MO – DE CRISTOFARO (AVS): “LA TREGUA NON È LA PACE. DA TAJANI C’È UNA RIMOZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE”

“Da Tajani una relazione di circostanza di chi, in questi mesi e per questa tregua, non ha svolto nessun ruolo, e infatti ringrazia Trump. Faremmo davvero un errore clamoroso, se confondessimo la tregua, che naturalmente è una cosa buona e giusta, con la pace. La tregua è una cosa e la pace, è un’altra cosa. Per arrivare alla pace dovremmo provare a svolgere un ruolo politico, quello che manca nella relazione di Tajani. Per trasformare la tregua in pace, non vanno rimossi alcuni elementi di fondo. Mancano troppe cose per arrivare alla pace: mancano i palestinesi, che sono esclusi dai tavoli di Trump. Mancano poi parole chiave, come fine dell’occupazione illegale, fine dell’apartheid, fine della pulizia etnica. E, soprattutto, manca una parola chiara sulla liberazione di quella figura che potrebbe dare un contributo vero alla pace. Questa figura si chiama Marwan Barghuthi, ancora nelle carceri israeliane. E poi manca una cosa clamorosa, una cosa che incredibilmente il governo Meloni non fa: riconoscere lo Stato di Palestina. Cosa aspettate a riconoscere lo Stato di Palestina?”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, sull’informativa di Antonio Tajani nell’aula del Senato.

“Nella relazione di Tajani c’è una rimozione incredibile, su cosa è successo in questi mesi. Intere popolazioni, larghe masse di donne e di uomini sono scese in piazza in tutto il mondo. E questo è stato un elemento determinante, elemento che il governo non vuole vedere. Come non vuole riconoscere che solo la pressione internazionale è riuscita a determinare un elemento di novità. Questo mancato riconoscimento alla società civile mi sembra molto indicativo. Al ministro Tajani gliel’hanno detto i palestinesi: quel ragazzo che sventolava la bandiera italiana a Gaza non stava ringraziando il governo italiano, stava ringraziando la popolazione italiana, quella che è scesa in piazza. Avrei voluto sentire dal nostro governo le stesse parole chiare che ho sentito dal primo ministro spagnolo. La tregua non può significare l’oblio e non può significare la rimozione delle responsabilità e dei crimini di guerra che sono stati commessi in questi anni. Se passa il principio che si può commettere un genocidio e non pagare per questo, si fa davvero un grande danno, non semplicemente alla Palestina, a Israele, ma all’umanità.”