SANITÀ – MAGNI (AVS): “L’ABORTO È UN DIRITTO ANCORA NEGATO IN ITALIA. IL GOVERNO PRESENTI UNA RELAZIONE ANNUALE. INTERROGAZIONE A SCHILLACI”

“In Italia il diritto all’aborto è ancora negato. E avere i dati aggiornati è un’impresa. Solo dopo numerosi solleciti il 12 settembre 2023 il Ministero della salute ha trasmesso al Parlamento la relazione con i dati relativi al 2021. Mentre ad oggi non è stata presentata la relazione relativa ai dati dell’anno 2022. Quasi quotidianamente leggiamo notizie di stampa che riportano episodi in cui dentro le strutture ospedaliere pubbliche e nei consultori vengono riconosciuti spazi ad associazioni pro vita, veri e propri presidi antiabortisti, in cui i volontari, spesso confondendosi con il personale medico e paramedico, contribuiscono a diffondere pratiche e iniziative poco rispettose della libertà di autodeterminazione delle donne. A quarantasei anni dalla storica approvazione della legge 194 le italiane che vogliono interrompere volontariamente una gravidanza incontrano moltissimi ostacoli in quasi tutte le regioni italiane e addirittura 11 regioni hanno strutture ospedaliere con il 100 per cento di obiettori. L’altissima incidenza in ambito pubblico dell’obiezione di coscienza, il 54,7 per cento del totale nelle regioni settentrionali, il 63 per cento nelle regioni centrali e il 78,5 per cento nelle regioni meridionali, è il primo ostacolo da superare. Il secondo ostacolo è che c’è ancora oggi un’alta percentuale di strutture pubbliche che non effettuano IVG, in aperta violazione dell’art. 9 della legge n. 194. Il terzo la scarsa diffusione dei consultori familiari e un ancora limitato ricorso al metodo farmacologico per ridurre il ricorso all’IVG tradizionale. È necessario che il ministro Schillaci presenti quanto prima la Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge n. 194 e si attivi per garantire una più completa e uniforme attuazione della legge n. 194 sul territorio nazionale a tutela della libertà della donna di abortire in piena sicurezza anche garantendo la pratica dell’aborto farmacologico nei consultori familiari. Si impegni a ridurre la percentuale ancora altissima di obiettori di coscienza in servizio nelle strutture pubbliche e ad incrementare la diffusione di protocolli che prevedano la somministrazione di strumenti abortivi farmacologici senza necessità di ricovero.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni, firmatario di un’interrogazione al Ministro delle Salute Schillaci sull’attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, ‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’.