“Gli ultimi dati ci dicono che l’inflazione sta rallentando, e questo è un bene. Ma ci dicono anche che c’è chi ha sofferto di più, lavoratori, poveri e famiglie, e chi meno. E ci dicono anche che l’inflazione continuerà a colpire e a pesare sui redditi e inciderà sui consumi di queste categorie anche nel 2024. I dati ISTAT ci dicono che per far fronte alla povertà serve uno strumento universale come il reddito di base. A questa situazione di difficoltà di milioni di italiani non si può continuare a rispondere con misure spezzettate e temporanee o scaricando sugli enti locali i costi per combattere le diseguaglianze. Servono interventi strutturali in grado da una parte di eliminare la precarietà e dall’altra di aumentare i salari. L’Italia è il Paese con le retribuzioni più basse d’Europa e l’alta inflazione ha ulteriormente indebolito, in questi anni difficili e di crisi, il potere d’acquisto delle buste paga di lavoratrici e lavoratori. Creando un danno a loro e al Paese. Occorre invertire la tendenza. Cosa che il governo Meloni non ha fatto e non sta facendo. Rinnovo dei contratti al netto dell’inflazione, alcune categorie hanno rinnovato sotto, una legge sul salario minimo oltre ad un meccanismo di recupero dell’inflazione sui salari potrebbero essere i primi passi per invertire questa tendenza. Il 2024 deve essere l’anno dell’aumento dei salari.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.