“In Italia si muore di caldo e di lavoro precario. Gli eventi atmosferici che sempre più stanno interessando l’Italia dimostrano quanto gli eventi atmosferici possano incidere anche sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Il cambiamento climatico si sta imponendo come un nuovo fattore da considerare nella valutazione dei rischi sul lavoro. Il decreto, seppur lodevole nelle intenzioni, non appare affatto risolutivo. La maggioranza è stato sorda e ha bocciato tutte le proposte migliorative presentate da noi. È un intervento solo parziale, che esclude molte categorie di lavoratori e molte tipologie contrattuali. L’attuale crisi climatica e le sue conseguenze sul mondo del lavoro, avrebbero richiesto un intervento complessivo sul mondo del lavoro. Cosa che non è stata fatta, Alleanza Verdi e Sinistra vota No.”
Lo afferma il senatore Tino Magni dell’Alleanza Verdi e Sinistra, presidente della commissione di indagine sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del Senato.
“Il decreto è una foglia di fico che serve alla ministra Castellone per dire sono intervenuta. Particolarmente grave l’esclusione dai benefici dei lavoratori agricoli privi di contratto a tempo indeterminato. Una discriminazione per la stragrande maggioranza degli operatori del settore. Inoltre le misure non riguardano altre categorie a rischio come i riders o i lavoratori addetti ai ponteggi e alle impalcature, solo per fare degli esempi. Anche la tempistica per le linee guida, appare estremamente lunga, rispetto alla necessità di un intervento nel più breve tempo possibile. Le condizioni meteorologiche avverse hanno fatto emergere nuovi rischi professionali, o aggravato, allo stesso tempo, quelli già esistenti. Speravamo in un intervento più efficace, che considerasse tutte le categorie di lavoratori soggette allo stress termico, con qualsiasi forma contrattuale. Invece niente, tanto rumore per nulla. Il decreto è una scatola vuota.”