“Questo decreto non ci piace. Non ci piace a partire dal nome che, la stessa maggioranza, senza remore, ha chiamato decreto Omnibus, dichiarando apertamente l’eterogeneità del contenuto ma, soprattutto, infischiandosene dei limiti costituzionali alla decretazione d’urgenza e dei moniti del Presidente Mattarella. Non ci piacciono le misure contenute in questo decreto, perché dentro c’è di tutto un po’, dall’ennesima sanatoria al salva calcio, dai pieni poteri sui rifiuti al governatore siciliano Schifani al bonus Natale non per tutti. Non ci piace la sanatoria fiscale senza sanzioni fatta per i furbetti del concordato preventivo biennale riservato alle partite Iva, su cui il governo punta per reperire le risorse per il taglio dell’Irpef. Un condono del condono spacciato come norma di buon senso e che invece altro non è se non l’ennesimo regalo ai furbetti che non pagano le tasse e l’ennesima mazzata contro i cittadini onesti che le tasse le pagano, e anche alte. Non ci piace il bonus Natale, un mini-aiuto per pochi lavoratori dipendenti con moglie e figli a carico, che discrimina tutti gli altri a partire dai single con figli e le coppie di fatto, che non riceveranno alcun bonus economico. Niente sulle piccole e medie imprese, niente sulla scuola, niente sulla sanità pubblica che cade a pezzi. Niente sull’urgente, e non più rinviabile processo di riconversione ecologica. Nessuna idea per il futuro delle nuove generazioni. Un decreto che non risponde alle priorità del Paese. Un decreto piccolo piccolo.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.