“La strage di Firenze di ieri ha bisogno di risposte immediate e non di polemiche. La sicurezza viene percepita dalle imprese come un costo che incide sul profitto, e questo è un grandissimo errore. Come è stato commesso un errore da parte del governo quando ha liberalizzato i subappalti a cascata nel privato. È inutile girarci intorno, più spezzetti la catena e meno controlli e previeni. Poi, se fosse confermata la notizia che gli operai coinvolti a Firenze erano assunti con contratti dei metalmeccanici e non degli edili, solo per evitare la formazione e spendere di meno così far guadagnare anche al subappaltatore, la cosa sarebbe gravissima. Innanzitutto, il governo dovrebbe fare un decreto urgente per equiparare le norme per la sicurezza nel privato alle regole che oggi valgono per gli appalti pubblici. Chi vince la gara deve essere responsabile di tutta la filiera. Poi è necessario il potenziamento dei servizi dell’Ispettorato del lavoro e della medicina del lavoro. La ministra Calderone si vanta ogni volta di aver fatto assumere nuovi ispettori. Peccato che fu deciso dal governo Draghi e lei ora ne raccoglie i frutti. Anzi non si capisce il perché il ministero non faccia scorrere la graduatoria per coprire buchi di organico invece di incaponirsi su un nuovo concorso. La ministra del Lavoro aveva promesso un anno fa ai sindacati la riforma della sicurezza sul lavoro. È arrivato il momento di aprire il confronto. Non si può perdere altro tempo.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, presidente della commissione di indagine sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro di Palazzo Madama.