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DDL SICUREZZA – DE CRISTOFARO (AVS): “DECRETA LA MORTE DELLO STATO DI DIRITTO E INSTAURA UNO STATO DI POLIZIA”

“Ci opporremo in tutte le forme possibili in Senato al DDL Sicurezza, appena approvato alla Camera. Siamo di fronte a una mostruosità giuridica che, introducendo 24 tra nuovi reati e aggravanti, decreta la morte dello stato di diritto e instaura uno stato di polizia. La stessa destra che piagnucola e invoca il garantismo quando i suoi esponenti finiscono in inchieste giudiziarie (e capita spesso), vara una serie di provvedimenti che secondo l’OSCE minano i principi fondamentali del diritto penale. Siamo ad una svolta pericolosissima verso un regime autoritario che va contrastata in ogni modo. È la morte della democrazia per come l’abbiamo conosciuta.”

Lo scrive su Facebook il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

“Se blocchi una strada perché stai manifestando per aver perso il lavoro, per l’ambiente, perché non hai una casa, le pene aumentano fino a 6 anni di reclusione e 300mila euro di multa. Se la protesta è contro un’opera pubblica classificata come strategica, alla pena si aggiungono delle pesantissime aggravanti che innalzano la pena fino a 20 anni di reclusione. La prima cosa che mi viene in mente è il Ponte sullo Stretto, il giocattolo di Salvini. Ma anche Tav, inceneritori e molto altro. La resistenza passiva e non violenta diventa un reato punibile con una pena dai 4 ai 6 anni di reclusione. Le donne incinte o con figli di età inferiore a un anno potranno andare in galera. E nelle carceri e nei Cpr si introduce il reato di rivolta per spegnere ogni protesta sulle condizioni di detenzione. Le forze dell’ordine potranno girare armate senza licenza quando sono fuori servizio. Il far west legalizzato e incontrollabile, mentre diventa illegale la cannabis light fregandosene del fatto che parliamo di una sostanza molto più blanda del legalissimo alcol, che in Italia dà lavoro a decine di migliaia di persone. Del resto, perché considerare legale la cannabis light, prodotta e venduta da aziende che operano legalmente e pagano le tasse, se l’erba la possono vendere le mafie?”

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MIGRANTI – DE CRISTOFARO (AVS): “CINQUEMILA EURO, IL PREZZO PER EVITARE I CPR. IL GOVERNO MONETIZZA LA LIBERTÀ”

“Da ieri è entrata in vigore la norma voluta dal governo Meloni che introduce una cauzione di 4.938 euro per i richiedenti asilo che provengono da paesi terzi considerati sicuri, e che quindi hanno un’alta probabilità che le loro domande di asilo siano rigettate. La cauzione serve per evitare di essere reclusi all’arrivo. Il governo monetizza la libertà. Una cosa incredibile, una misura contraria alla Costituzione e alle leggi nazionali e internazionali sul diritto d’asilo. Ma soprattutto l’ennesima norma manifesto e propagandistica, particolarmente odiosa e sostanzialmente inapplicabile. Che nasconde però un rischio: le procedure accelerate cancellano il diritto d’asilo. L’obiettivo del governo è quello di rinchiudere i richiedenti asilo provenienti dai paesi che l’Italia ritiene sicuri e con cui ha accordi bilaterali di rimpatrio per rispedirli a casa a tempo di record. Pagare 5mila euro alla frontiera assomiglia a un’estorsione: o paghi, o vieni trattenuto in un centro migranti.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

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CPR FUORI CONTROLLO – CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ INCHIESTA DI ALTRECONOMIA

Si svolgerà domani 22 maggio alle ore 11 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica la conferenza stampa di presentazione dell’inchiesta di Altreconomia sugli appalti dei Centri per il rimpatrio dal titolo ‘Cpr fuori controllo’. Da un’attenta analisi dei documenti inediti negli appalti milionari indetti dalle prefetture per la gestione dei Centri per il rimpatrio, emergono protocolli falsi o palesemente inverosimili. Dai corsi di chitarra e computer al bricolage fino ai gruppi di lettura: sono alcune delle promesse irrealizzabili che gli enti gestori di alcuni centri italiani hanno indicato nero su bianco per aggiudicarsi le gare pubbliche per un totale di quasi 25 milioni di euro. Da Nord a Sud, il monitoraggio pubblico latita, infatti, secondo l’indagine sono appena 33 le ispezioni svolte nei Cpr italiani su un periodo di tempo che va da inizio 2019 a marzo 2024. Mentre si vuole esportare il modello in Albania.

Intervengono alla conferenza stampa Luca Rondi e Lorenzo Figoni, autori dell’inchiesta, la Prof.ssa Nicoletta Parisi, Università Cattolica di Milano ed ex componente del consiglio dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Tino Magni, Senatore Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, Senatrice Alleanza Verdi e Sinistra, Duccio Facchini, direttore di Altreconomia.

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MIGRANTI – MAGNI E CUCCHI (AVS): “SUI CPR DA PIANTEDOSI PAROLE GRAVI E IN LIBERTA’, IL MINISTRO PARLA PERCHÈ NON CONOSCE LO STATO DEI CPR IN ITALIA”

“Il ministro dell’Interno Piantedosi non è mai stato in un Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti. Di sicuro non a Via Corelli a Milano. Se ci fosse stato, avrebbe constatato le orribili condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti trattenuti, e non avrebbe detto quello che ha detto. Dal ministro dell’Interno solo parole gravi e in libertà. Il ministro parla perché evidentemente non conosce lo stato dei Cpr nel nostro Paese e questo è una cosa grave.”

Lo affermano i senatori dell’alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi e Tino Magni.

“I Cpr sono luoghi di detenzione per persone che non dovrebbero essere detenute, e sono peggio delle carceri vere e proprie. Il ministro poi dovrebbe anche sapere che sono tante le inchieste della magistratura sulle gestioni dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti. Si cambia città ma le accuse sono sempre le stesse: trattamenti disumani, maltrattamenti, abuso di psicofarmaci, malagestione, carenze igienico-sanitarie, truffa ai danni dello Stato. I Centri di permanenza per i rimpatri sono luoghi non modificabili, essendo strutturalmente concepiti per la negazione dei diritti fondamentali e della stessa dignità umana, e per questo vanno chiusi immediatamente.”

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MIGRANTI – DE CRISTOFARO (AVS): “MELONI VUOLE COSTRUIRE COLONIE DETENTIVE, UNA COSA GRAVISSIMA CHE RIMANDA AL PERIODO PIU’ BUIO DELL’EUROPA”

“L’accordo Italia Albania è uno scempio giuridico, in contrasto con la nostra Costituzione, con l’ordinamento internazionale e con quello dell’Unione europea. Si istituisce un vero e proprio meccanismo di deportazione dei migranti verso un Paese terzo, per di più esterno all’Unione Europea. Le persone deportate nei centri in Albania subirebbero di fatto un regime di detenzione automatica e prolungata. Già oggi i rifugiati e i richiedenti asilo devono affrontare molti ostacoli per fare ricorso contro il rigetto delle domande di asilo e le decisioni di detenzione, soprattutto quando sono recluse negli hotspot o confinate in quei veri e propri lager che sono i Centri di permanenza per migranti (CPR). Figuriamoci per chi verrà deportato in Albania. Il governo Meloni vuole costruire vere e proprie colonie detentive per stranieri. Una cosa gravissima che rimanda al periodo più buio dell’Europa.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

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MIGRANTI – CUCCHI (AVS): “NEL CPR DI MILO I MIGRANTI SONO COSTRETTI A VIVERE ALL’APERTO, BISOGNA CHIUDERE QUESTI VERI E PROPRI LAGER”

 

“Quanto sta succedendo al Centro di permanenza per i migranti di Milo, in provincia di Trapani, è gravissimo ed è la dimostrazione di come questi siano luoghi inumani. A seguito di un incendio che ha reso inagibile grossa parte della struttura più di cento migranti sono costretti a vivere da tre giorni senza un tetto sulla testa, all’addiaccio, al freddo e in condizioni estreme, umilianti. Le 140 persone trattenute, colpevoli di essere ‘irregolari’ o richiedenti di asilo, sono state spostate in uno spazio che può ospitarne poco più di dieci. Una situazione insostenibile che sta creando molte proteste tra i migranti che, da quanto riportano i giornali e i volontari delle associazioni, sono represse duramente dalle Forze dell’Ordine. Quello che sta avvenendo a Milo è la dimostrazione che i Centri di permanenza per i migranti sono luoghi di privazione dei diritti fondamentali, lager dove non sono rispettati gli standard minimi, dove non c’è nessun rispetto per le persone trattenute e per i diritti fondamentali dei migranti. È necessario risolvere al più presto questa situazione e trovare soluzioni adeguate per chi è trattenuto a Milo. Ma, soprattutto, è ora che questi posti vengano chiusi definitivamente.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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MIGRANTI – CUCCHI (AVS): “CONTINUANO LE INCHIESTE DELLA MAGISTRATURA SULLA GESTIONE DEI CPR, CHIUDERE QUESTI VERI E PROPRI LAGER”

“Continuano le inchieste della magistratura sulle gestioni dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti. Torino, Milano e ora Potenza, solo per citare le ultime inchieste. Non male visto che in Italia sono 10 in tutto. Si cambia città ma le accuse sono sempre le stesse: trattamenti disumani, maltrattamenti, abuso di psicofarmaci, malagestione, carenze igienico-sanitarie, truffa ai danni dello Stato. Le cronache, ma anche le tante denunce delle associazioni e dei migranti stessi, ci raccontano di luoghi dove non è entrata l’umanità o il rispetto della dignità della persona, più simili a lager che a luoghi di transito. Vere e proprie prigioni che, come dimostra lo studio ‘Trattenuti’ di ActionAid Italia e il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari, sono sempre più gestite da società e grandi multinazionali. In particolare, cinque aziende gestiscono, da sole o in associazione temporanea di impresa con cooperative sociali, ben sei dei dieci Cpr attualmente attivi. E con il passaggio ai privati le criticità sono aumentate. Nonostante il sistema abbia dimostrato di non funzionare, i centri di trattenimento per migranti sono sempre più finanziati. Nel triennio 2021-2023 sono state bandite gare d’appalto per un costo complessivo di circa 56 milioni di euro a cui vanno aggiunti i costi del personale di polizia e la manutenzione delle strutture. Una quantità di denaro enorme per strutture che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza e che andrebbero immediatamente chiuse dirottando i fondi all’accoglienza.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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MIGRANTI – CUCCHI E MAGNI (AVS): “IL CPR DI VIA CORELLI VA CHIUSO”

“Il Centro per i Rimpatri di via Corelli a Milano va chiuso immediatamente. Le testimonianze degli operatori e dei migranti sono agghiaccianti. Quel centro è un lager, dove non sono stati rispettati gli standard minimi, dove non c’è stato nessun rispetto per le persone trattenute e per i diritti fondamentali dei migranti. Dalle testimonianze poi emerge un largo uso di psicofarmaci. La magistratura sta svolgendo il proprio lavoro ed è giusto il sequestro. La Prefettura ne prenda atto e lo chiuda immediatamente.”

Lo affermano Ilaria Cucchi e Tino Magni, senatori dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

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MIGRANTI – CUCCHI (AVS): “LA PERQUISIZIONE DELLA GDF AL CPR DI VIA CORELLI CONFERMA LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI”

“Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti in corso al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Via Corelli a Milano, da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, confermano le nostre preoccupazioni sulla gestione e il funzionamento del Centro, tra cui sulle procedure di erogazione dei servizi e il trattamento dei migranti. Alcuni giorni fa, su segnalazione dell’associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ho presentato una interrogazione al Ministro Piantedosi nella quale chiedevo quali iniziative intendesse intraprendere per attuare procedure di verifica sulla gestione del Centro di Milano. Da quanto emerso dall’analisi dell’Asgi sul contratto di appalto viene fuori un quadro molto preoccupante con carenze non solo dal punto di vista amministrativo ma, soprattutto, sul rispetto delle persone trattenute e dei diritti fondamentali delle persone. Da tempo diciamo che i Centri per il Rimpatrio sono vere e proprie galere e andrebbero aboliti. I CPR sono un completo fallimento e sono pure costosi ma il governo Meloni, non solo continua a spendere milioni di euro l’anno per mantenerli, ma pensa di costruirne di nuovi, più simili a carceri e più inumani di quelli attivi, esportandoli fino in Albania.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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DL MIGRANTI – DE CRISTOFARO (AVS): “TRATTANO L’IMMIGRAZIONE COME UN ILLECITO”

“Siamo al quarto decreto sui migranti come se le priorità di questo Paese non fossero mutui e affitti insostenibili, salari fermi da 30 anni, l’assistenza sanitaria locale ridotta a brandelli, i costi altissimi di energia e materie prime, il dissesto idrogeologico. Non la scadenza del mercato tutelato e le persone che non sapranno come pagare le bollette. No, i migranti. L’uomo nero. Una vera e propria ossessione. La destra ha provato a chiudere i porti, ad ostacolare i soccorsi delle ONG, ha parlato di sbarchi selettivi e carichi residuali, tutto pur di distogliere l’attenzione dalla verità: non danno risposte concrete al Paese. Meloni sigla accordi con Paesi come l’Albania per ‘esportare’ i migranti, come fossero degli ingombri scomodi, senza neanche informare il Parlamento. Tutte le azioni rivelano un unico intento: trattare l’immigrazione come un illecito. Respingere, ostacolare l’inclusione regolare, limitare il diritto d’asilo.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

“Grave, inutile e disumana è stata la scelta di realizzare nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) e allungare i tempi di trattenimento. Gravi, inutili e ancor più disumane sono le scelte introdotte da questo decreto, che ha come nuovi bersagli i minorenni. Noi dell’Alleanza Verdi Sinistra chiediamo di portare avanti in sede europea iniziative volte a un’equa redistribuzione dei migranti, con la modifica del Regolamento di Dublino e di sviluppare reali rapporti di cooperazioni con i Paesi Africani rispettosi dei diritti umani. Chiediamo di recedere dall’accordo con l’Albania, di non ratificarlo, ma di utilizzare piuttosto quei fondi per potenziare il nostro sistema di accoglienza, per la creazione di corridoi umanitari e di strutture di accoglienza che sottraggano ai trafficanti e ai lager, come quelli libici, quanti fuggono dai conflitti, dalle crisi provocate dai cambiamenti climatici o dai paesi in cui sono negati i loro diritti. Invece niente di tutto questo, la destra è ossessionata dai migranti.”

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