“In Senato è iniziata la discussione sulle proposte di legge sul fine vita. In Italia c’è un vulnus su questo tema, una voragine che va colmata al più presto, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Per questo, come Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo presentato un nostro disegno di legge che norma il fine vita. Noi pensiamo che i cittadini abbiamo il sacrosanto diritto alla dignità e all’autodeterminazione nelle fasi finali della vita.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.
“Mentre gli italiani sono alle prese con gli aumenti che stanno pesando sulle loro vacanze è tempo di bilanci per lo Stato con la chiusura dell’anno finanziario. Nessuna novità per quanto riguarda gli orientamenti della politica economica del Governo. Non si vede l’ombra di una programmazione economica e finanziaria e c’è un generale peggioramento delle previsioni. Peggiora la situazione patrimoniale e non rallenta la crescita del debito pubblico. Il governo rinvia a settembre le scelte di fondo di politica economica, usando l’alibi della nuova governance europea. Un quadro preoccupante, frutto delle scelte sbagliate del Governo che abbiamo costantemente criticato, denunciando il disagio economico e sociale in cui versa il Paese, l’assenza di politiche per arginare l’emergenza salariale, l’assenza di una politica industriale e di segnali di cambiamento sulle politiche per il lavoro. Nessuna risposta all’emergenza salariale causata da un’inflazione da profitti che ha falcidiato fino al 17 per cento il potere d’acquisto dei salari. Non si può continuare ad offrire a giovani e donne un’instabilità permanente, fondata sulla regolamentazione degli appalti, i voucher, e la liberalizzazione dei contratti a termine.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Ogni aspetto economico è delegato al mercato, perfino le politiche abitative, e con la legge di bilancio 2024 la destra ha depotenziato il fondo per il clima e non c’è un piano di adattamento al cambiamento climatico. Alle guerre che infiammano il mondo la destra risponde alzando muri e facendo accordi con governi che portano i migranti nel deserto. Guerre alimentate inoltre con la folle decisione di aumentare la spesa per la difesa, già altissima. Avvicinarsi al traguardo del 2 per cento per la spesa militare significa spendere altri 12 miliardi di euro, con i quali si potrebbe, invece, garantire l’istruzione universitaria gratuita per tutti, rinnovare i contratti per il pubblico impiego, ripristinare il reddito di cittadinanza, insieme al fondo affitti e al fondo per le famiglie in difficoltà. È il momento di spendere i soldi per le cose che servono davvero agli italiani: sanità, salari, scuola e Mezzogiorno. Ma soprattutto è necessario, e non più rinviabile, andare a prendere le risorse dove ci sono con una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze.”
“I centri di detenzione per migranti in Albania voluti da Giorgia Meloni si stanno trasformando in una farsa. I lavori sono in ritardo, e l’apertura slitta a settembre, per ora. Da un lato meno male, quelle in Albania saranno vere e proprie carceri per persone che non hanno commesso nessun reato se non quello di scappare da fame, guerre e carestie, alla ricerca di un futuro migliore. Dall’altro la figuraccia e lo spreco di denaro pubblico è assicurato. Ma al peggio non c’è mai fine. E il peggio è il vademecum inviato agli agenti di polizia penitenziaria in partenza per l’Albania che, se non fosse vero, ci sarebbe da ridere. Ma, cosa ancora più grave è che mentre il Parlamento sta votando, con fiducia in entrambe la Camere, il decreto carceri che in teoria dovrebbe affrontare il drammatico problema del sovraffollamento e della carenza di personale, nei centri in Albania lavoreranno 45 agenti di Polizia penitenziaria. 45 agenti per una struttura che al massimo ospiterà poche decine di migranti, mentre in Italia i turni nelle nostre carceri sono di 7-8 agenti al massimo in strutture sovraffollate. 45 agenti in servizio in meno. Una cosa grave e assurda che dimostra come alla destra non interessa minimamente risolvere il dramma delle carceri. Che, ricordiamo, riguarda i detenuti ma, anche, gli agenti della polizia penitenziaria.”
Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
“L’approvvigionamento delle materie prime critiche di interesse strategico giocherà un ruolo fondamentale nella prospettiva della transizione energetica ed ecologica. Però il decreto su questo tema presenta una serie di criticità. Innanzitutto il recepimento del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sarebbe dovuto avvenire attraverso la legge europea e la legge di delegazione europea. Invece ancora una volta si è scelta la strada del decreto legge. Inoltre assistiamo, all’ennesima centralizzazione in capo allo Stato della procedura di rilascio dei titoli abilitativi alla realizzazione di progetti strategici di estrazione di materie prime strategiche con un capovolgimento dell’attuale assetto delle competenze tra Stato e regioni. Un modo di centralizzare tutta la filiera al centro, alla faccia della tanto sbandierata riforma dell’Autonomia differenziata. Ma anche un modo per lasciare fuori la partecipazione delle comunità locali alle decisioni che influenzano direttamente il loro territorio. Le decisioni non possono piombare dall’alto, ci vuole la concertazione con tutti gli enti locali territoriali. Per chiudere tutto in fretta e furia, si passa sopra al ruolo dei comuni, delle regioni e delle province autonome e non si prendono in considerazione i rischi sull’ambiente e sulla sua tutela, sul paesaggio e sul nostro prezioso patrimonio storico. Tutto va in deroga, una deroga che salta la partecipazione, con il rischio di trasformare in un disastro un provvedimento potenzialmente positivo per le ricadute economiche e lavorative che potrebbe generare. Per noi, però, l’analisi dei costi e dei benefici è sempre indispensabile. Il nostro giudizio non può che essere fortemente negativo. Avs vota contro un decreto sbagliato, che espropria i territori e aumenta la discrezionalità e l’imposizione dall’alto.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Ennesima fiducia, ormai abbiamo superato quota 60, su un decreto che dimostra, ancora una volta, la totale distanza della destra dai problemi del Paese. Problemi che gli italiani vivono sulla loro pelle tutti i giorni. Un decreto omnibus che contiene tutto e niente. In Italia stiamo vivendo una situazione drammatica dovuta alla crisi climatica e alla siccità. Ebbene in questo decreto non c’è nulla sulla siccità ma c’è il giocattolo di Salvini, il ponte sullo Stretto di Messina. In Sicilia la siccità sta rendendo la situazione drammatica con centinaia di imprese agricole che stanno chiudendo e tutto ciò viene derubricato come un fatto di cronaca, non come un qualcosa che dovrebbe portare a dichiarare lo stato di crisi climatica. Anzi il tanto sbandierato Piano Mattei utilizza 4 miliardi di euro dei fondi per il clima, non per fare politiche di contrasto al cambiamento climatico, ma per andare ad estrarre risorse naturali in Africa per poi riportarle in Europa e creare speculazione. C’è poi l’ossessione di Salvini. La maggioranza e il governo continuano a sfornare decreti su decreti sul ponte sullo Stretto, stiamo discutendo di fare un ponte a ‘pezzetti’, una novità e speriamo di vedere il puzzle completo alla fine, ma non si riesce a fare un collaudo di un invaso che potrebbe dare l’acqua agli agricoltori siciliani. Altro problema che sta affliggendo gli italiani sono i ritardi nei trasporti, in particolare quelli ferroviari, peccato che non vengono nemmeno menzionati. Non è vietato fare decreti di urgenza, quello che è insopportabile e inaccettabile sono i decreti omnibus come questo dove di materie ce ne sono 12 e di urgenza ben poca.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Ennesimo decreto legge imposto dal Governo al Parlamento, in evidente violazione dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza stabiliti dalla Costituzione per la decretazione d’urgenza. L’uso improprio della decretazione d’urgenza incide non solo sull’assetto dei rapporti tra Parlamento e Governo, ma riguarda anche la tutela dei valori e dei diritti fondamentali che la Costituzione assegna proprio al Parlamento. Questo decreto legge, come molti altri che lo hanno preceduto in questa legislatura, è del tutto eterogeneo, considerate le numerose tematiche affrontate nel testo: concessioni autostradali, infrastrutture strategiche, riorganizzazione della disciplina normativa relativa ai commissari straordinari, personale dell’Autorità della Laguna di Venezia, finanziamento della fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli, misure in materia di trasporto pubblico locale, bonifica del sito di interesse nazionale Cogoleto-Stoppani, cattura e stoccaggio geologico dell’anidride carbonica, Polo universitario di ingegneria presso il Parco scientifico tecnologico di Genova Erzelli, misure a favore delle imprese italiane operanti all’estero, modifiche al codice di procedura penale, misure in materia di sport. Per finire cambiano le modalità per l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina che non dovrà più essere presentato per intero ma a pezzi. Insomma, ci troviamo di fronte all’ennesimo decreto omnibus.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“La maggioranza di destra è spaccata sull’attuazione dell’Autonomia differenziata e il successo della raccolta delle firme per il referendum abrogativo, sia online che tramite i tradizionali banchetti, sta mettendo la destra in difficoltà. Forza Italia al Sud è assolutamente contro, mentre dalle parti di Fratelli d’Italia sono come minimo tiepidi. Ormai l’Autonomia differenziata la difende solo il presidente del Veneto, Luca Zaia. E per difenderla usa argomenti tra i più vari. Oggi, nella foga di difendere la secessione delle regioni ricche a danno di quelle meno ricche, è arrivato ad accusare la sinistra di voler cancellare le 5 regioni e le due province autonome. Una bugia bella e buona perché nessuno ha mai pensato di metterle in discussione, anche perché le regioni a Statuto speciale sono previste dalla Carta costituzionale per specifiche ragioni storiche e geografiche. O addirittura di fare la campagna referendaria con una narrazione orientata a mettere paura e a diffondere inquietudine. La verità è che l’Autonomia differenziata è un progetto secessionista che non solo spacca l’Italia ma mina l’unità e la coesione nazionale.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.
La senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul decreto Nordio sulle carceri, ha letto il lungo elenco di nomi dei detenuti e degli agenti che si sono suicidati in carcere nel 2024. 67 nomi, 67 persone, 67 ragioni per il no di Alleanza Verdi e Sinistra al decreto carceri.
“Il raggiungimento delle firme necessarie alla presentazione del quesito abrogativo dello Spacca Italia di Calderoli è un traguardo importante, ma non definitivo. Un risultato politico importante che ha visto, da un lato le forze parlamentari d’opposizione unite e, dall’altro, il lavoro comune con Cgil, Uil e le associazioni della società civile. Questo risultato ci sprona ad andare avanti con maggiore convinzione. La campagna non si ferma e andremo avanti tutta l’estate a raccogliere le firme sia online che con i banchetti nelle piazze del paese. Gli italiani e le italiane hanno capito che L’Autonomia differenziata trasforma il paese in venti piccole patrie litigiose tra di loro e per questo in massa stanno sottoscrivendo il quesito, al nord come al sud. Alleanza Verdi e Sinistra è impegnata ad impedire che si allarghi il divario nord sud e le diseguaglianze non solo territoriali, ma sociali. Ma, soprattutto, siamo impegnati nella costruzione di una alternativa alla Meloni e alla destra sovranista.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.