“Più il mistero dello spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti italiani si aggiunge di nuovi particolari più cala una coltre di nebbia a coprire tutto. Il governo aveva assicurato che il contratto con la Paragon Solutions per l’uso dello spyware Graphite era in essere, poi ieri la notizia della sospensione dell’utilizzo. Una marcia indietro sospetta, ma anche una conferma. Anche perché mentre si conoscono alcuni degli spiati ancora non conosciamo i responsabili di tali gravissime violazioni del diritto alla privacy e alla libertà di stampa. Il governo informi il Parlamento su quale organo investigativo o di intelligence utilizzasse il software e per quali circostanze.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.
“Ad oggi nessuno, ma proprio nessuno tra procure e servizi, dichiara di aver utilizzato questo software definito tra i più sofisticati al mondo, che sfrutta una tecnologia di sorveglianza di livello militare, per spiare gli esponenti di Mediterranea Saving Humans, il direttore di Fanpage, l’attivista libico e il presidente di Refugees in Libya. Il filo conduttore è chiaro: la Libia e i migranti. E il caso Almasri è un ulteriore tassello di questo intrigo italo-libico. Ma non conosciamo ancora chi spiava e per conto di chi. Avs ha presentato interrogazioni alla Camera e al Senato perché vorremmo sapere i mandanti di questo spionaggio. Il governo non può fare finta di nulla, o nascondersi dietro il Copasir, dove peraltro Avs non è presente. Deve venire in Parlamento a spiegare.”