All Posts Tagged: Ilaria Cucchi

TEATRO DI ROMA – CUCCHI (AVS): “LA DESTRA LOTTIZZA LE ISTITUZIONI CULTURALI SENZA VERGOGNA”

“Sulla cultura la destra sta dando il peggio di sé in quanto a lottizzazione. Senza alcuna vergogna, il progetto del governo di assumere il controllo delle grandi istituzioni culturali prosegue senza sosta. Dopo il Maxxi, il Centro sperimentale di cinematografia, la Biennale di Venezia, il Centro per il libro, il Piccolo di Milano, l’ultima grave mossa, la nomina del nuovo direttore del Teatro di Roma. Nomina fatta con un blitz ai danni della città di Roma. Non si può applicare il sovranismo alla cultura, che è e deve restare libera da ogni condizionamento politico. Il Ministro della Cultura Sangiuliano ha fatto delle occupazioni delle poltrone culturali la sua missione politica e procedere in questo modo, sembra più una corsa alla poltrona che un servizio al Paese.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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GIUSTIZIA – CUCCHI (AVS): “È PASSATO UN ANNO E CI SONO GLI STESSI PROBLEMI. DA NORDIO SOLO CHIACCHIERE, IL GOVERNO NON RISOLVE I PROBLEMI MA DIFENDE EVASORI E COLLETTI BIANCHI”

“A distanza di un anno dalla scorsa relazione siamo qui per parlare degli stessi argomenti. Ben poco è stato fatto per risolvere i problemi e in un anno di Governo Meloni, i nodi strutturali della giustizia italiana sono tutti sul piatto. Se togliamo qualche provvedimento repressivo, 17 condoni, i tentativi di imbavagliare l’informazione e di cancellare l’abuso di ufficio, tutti provvedimenti propagandistici che mirano ad una parte dell’elettorato e che nulla hanno a che vedere con i problemi reali del pianeta giustizia, resta davvero poco dell’azione di governo in materia di giustizia. È passato un anno ma i problemi sono sempre gli stessi. Da Nordio solo chiacchiere. Un disastro su tutta la linea.”

Lo ha affermato in Aula la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi.

“Resta immutata la cronica lunghezza dei tempi, un ostacolo al progresso del Paese, che alimenta nei cittadini la percezione di una giustizia incapace di assicurare la tutela effettiva dei loro diritti, con una conseguente sfiducia nei confronti dello Stato nel suo complesso e frena gli investimenti. Resta immutata la drammatica situazione delle carceri, le più affollate dell’UE, confermata dal numero allarmante di suicidi, uno ogni 5 giorni. Nessuna risorsa è stata stanziata per incentivare le pene sostitutive e alternative, nessuna iniziativa per potenziare gli strumenti di lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso, con particolare riguardo ai cosiddetti ecoreati. Mancano norme più incisive in tema di anticorruzione e per contrastare ogni infiltrazione mafiosa. Poco sulla piaga della violenza di genere, a due settimane dall’inizio dell’anno sono già sette i femminicidi avvenuti nel nostro Paese. Ma dall’inizio della legislatura si contano ben 17 provvedimenti che introducono sanatorie o condoni rivolti a chi evade o elude il fisco. Il governo abbandoni le leggi premianti per colletti bianchi e comportamenti non virtuosi, come i condoni e l’elusione fiscale e si concentri sulle vere priorità del sistema giustizia che attanagliano i cittadini, la lentezza dei processi su tutto.”

 

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CARCERI – CUCCHI (AVS): “ANNO NUOVO PROBLEMI VECCHI, SOVRAFFOLLAMENTO E TRAGEDIE”

“Anno nuovo, problemi vecchi per il sistema carcerario italiano: sovraffollamento e tragedie. Il sovraffollamento nelle carceri italiane è al 127%. Nei 187 istituti italiani sono detenute oltre 60mila persone a fronte di 47mila posti. Le tragedie all’interno delle carceri da inizio anno sono già 6, di cui 2 suicidi. Una situazione intollerabile per un paese civile, ma anche un campanello d’allarme. Sono troppi quelli rinchiusi in una cella che non dovrebbero essere lì. Andrebbe fatta un’analisi attenta della popolazione carceraria e varare provvedimenti che incentivino il ricorso alle misure alternative al carcere e modificare l’ordinamento penitenziario per garantire reali opportunità di reinserimento sociale e lavorativo. È necessario inoltre rivedere il codice penale e le leggi speciali aggravati nel corso degli anni di nuove fattispecie di reato e aumenti di pena. Purtroppo non è così per la destra che ha introdotto in questo suo anno e mezzo di governo ben 15 nuovi reati e varato l’ennesimo decreto sicurezza. Va preso atto di questa drammatica situazione e non continuare a rinchiudere persone in carcere.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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MIGRANTI – CUCCHI (AVS): “CONTINUANO LE INCHIESTE DELLA MAGISTRATURA SULLA GESTIONE DEI CPR, CHIUDERE QUESTI VERI E PROPRI LAGER”

“Continuano le inchieste della magistratura sulle gestioni dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti. Torino, Milano e ora Potenza, solo per citare le ultime inchieste. Non male visto che in Italia sono 10 in tutto. Si cambia città ma le accuse sono sempre le stesse: trattamenti disumani, maltrattamenti, abuso di psicofarmaci, malagestione, carenze igienico-sanitarie, truffa ai danni dello Stato. Le cronache, ma anche le tante denunce delle associazioni e dei migranti stessi, ci raccontano di luoghi dove non è entrata l’umanità o il rispetto della dignità della persona, più simili a lager che a luoghi di transito. Vere e proprie prigioni che, come dimostra lo studio ‘Trattenuti’ di ActionAid Italia e il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari, sono sempre più gestite da società e grandi multinazionali. In particolare, cinque aziende gestiscono, da sole o in associazione temporanea di impresa con cooperative sociali, ben sei dei dieci Cpr attualmente attivi. E con il passaggio ai privati le criticità sono aumentate. Nonostante il sistema abbia dimostrato di non funzionare, i centri di trattenimento per migranti sono sempre più finanziati. Nel triennio 2021-2023 sono state bandite gare d’appalto per un costo complessivo di circa 56 milioni di euro a cui vanno aggiunti i costi del personale di polizia e la manutenzione delle strutture. Una quantità di denaro enorme per strutture che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza e che andrebbero immediatamente chiuse dirottando i fondi all’accoglienza.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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ESTERI – NASCE IL COMITATO ILARIA SALIS, MERCOLEDÌ 10 GENNAIO ORE 12 CONFERENZA STAMPA AL SENATO

Il 10 gennaio prossimo alle ore 12 alla sala Nassirya del Senato della Repubblica verrà presentato il comitato Ilaria Salis, la trentanovenne milanese ingiustamente incarcerata a Budapest dallo scorso febbraio. L’obiettivo del Comitato, costituito da un gruppo di parenti e amici della Salis, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle attuali condizioni di Ilaria e di riportarla a casa nel più breve tempo possibile.

Partecipano alla conferenza stampa Roberto Salis, padre di Ilaria, Eugenio Losco e Mauro Straini, avvocati, Camilla Silotti, A Buon Diritto, Gianluca Tizi, Comitato Liberiamo Ilaria Salis, la senatrice Ilaria Cucchi.

Ilaria Salis è da quasi un anno in un carcere di massima sicurezza, in Ungheria, perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti in occasione del cosiddetto “giorno dell’onore”. La Salis rischia sedici anni di carcere a fronte dell’accusa di aver fatto parte di un gruppo di sconosciuti che lo scorso 11 febbraio ha provocato a due uomini lesioni guarite in cinque-otto giorni. Una sproporzione inaccettabile. Ilaria fra l’altro non fa parte di Hammerbande, il gruppo tedesco che promuove assalti contro i fascisti. Per ben quattro volte i legali della Salis hanno presentato domanda per la concessione degli arresti domiciliari in Italia, sempre respinta per ‘rischio di fuga’. Il padre di Ilaria, Roberto, ha scritto due volte alla premier Giorgia Meloni, al Guardasigilli, al Ministro degli Esteri, ai presidenti di Senato e Camera per richiedere un intervento dello Stato italiano ma non ha mai avuto risposta.

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IRAN – CUCCHI E FLORIDIA (AVS): “REGIME ASSASSINO. CONVOCARE L’AMBASCIATORE E PRENDERE MISURE DI TIPO ECONOMICO”

“L’impiccagione di Samira è l’ennesima atrocità commessa da un regime assassino.  Vittima ancora una volta una donna, che ha come unica colpa, quella di essersi ribellata al suo carnefice. Da anni le donne iraniane stanno portando avanti una vera e propria rivoluzione per rivendicare i più elementari diritti umani, per se stesse e per tutta la popolazione. È ora che il governo Italiano faccia sentire forte la propria voce contro la segregazione e le violenze di genere perpetrate ogni giorno in Iran. Servono atti concreti, non solo convocando l’ambasciatore ma anche adottando misure economiche.”

Lo affermano le senatrici di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi e Aurora Floridia.

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GASPARRI – CUCCHI (AVS): “GRAVE OMISSIONE”

“La maggioranza cerca di far finta di nulla, ma il senatore Gasparri ha omesso di dichiarare il suo incarico di Presidente della società che si occupa di cybersicurezza, la Cyberelam, al Senato della Repubblica. Un’omissione grave che deve essere valutata con attenzione dalla Giunta delle Elezioni del Senato. Ne va del prestigio dell’Istituzione.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, componente della Giunta delle Elezioni e delle immunità parlamentari di Palazzo Madama.

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CARCERI – CUCCHI (AVS): “LA FAMIGLIA DAL CORSO ASPETTA DELLE RISPOSTE DOPO LE RIVELAZIONI DEL PENTITO. AUTORIZZARE L’AUTOPSIA, PRESENTATO UN DDL PER OBBLIGARE ALL’ESAME AUTOPTICO”

“La famiglia Dal Corso aspetta risposte sulla morte di Stefano. E le merita ancora di più oggi dopo le rivelazioni di un supertestimone che afferma che Stefano è stato ucciso e che non si è suicidato volontariamente. Ipotesi che la famiglia ha sempre rigettato e infatti chiede da oltre un anno che venga fatta l’autopsia per chiarire le cause del decesso e fugare tutti i dubbi. Autopsia che puntualmente gli viene negata. Ora dopo le rivelazioni del supertestimone venga immediatamente autorizzato l’esame autoptico. Anche a seguito del caso Stefano Dal Corso ho presentato un disegno di legge per introdurre l’obbligo a svolgere l’autopsia in caso di morte sospetta in carcere. Un modo per evitare altre morti strane nelle carceri italiane.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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UNGHERIA – CUCCHI (AVS): “IL REGIME CARCERARIO UNGHERESE È INCOMPATIBILE I CON DIRITTI UMANI, ILARIA SI DIFENDA IN ITALIA”

“Il governo italiano si attivi per portare in Italia Ilaria Salis, arrestata a Budapest mentre protestava contro il Giorno dell’onore, un vero e proprio raduno neonazista che si tiene periodicamente a Budapest con il pretesto di celebrare e onorare la resistenza dei nazisti tedeschi e dei loro alleati ungheresi contro l’Armata rossa. Il Ministro degli Esteri Tajani attivi la nostra Ambasciata per garantire a Ilaria l’assistenza necessaria e la massima cura legale. Il processo inizierà a gennaio e la procura di Budapest propone un patteggiamento a undici anni sui sedici ipotizzati. Una sproporzione, da noi per lo stesso reato, aggressione aggravata, si arriva al massimo a quattro anni di reclusione. Il regime carcerario in Ungheria è incompatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti, per i quali è già stata condannata. È necessario che Ilaria Salis, che da quasi un anno vive in condizioni detentive inumane, possa affrontare la difesa in Italia, dove vigono tutele compatibili con gli standard europei e internazionali, e non a Budapest.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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DONNE – AURORA FLORIDIA (AVS): “76 SENATRICI E SENATORI SCRIVONO A LA RUSSA SULL’USO DEL LINGUAGGIO DI GENERE IN SENATO”

 

“Nel corso della seduta della Terza Commissione la Presidente Stefania Craxi mi ha ripetutamente chiamata ‘senatore’ e non ‘senatrice’, nonostante io abbia fatto chiaramente presente che in quanto donna volevo essere chiamata al femminile. Ciò non è accaduto solo a me, ma anche a molte altre colleghe, in varie occasioni. Visti i reiterati episodi di discriminazioni di genere nell’uso del linguaggio, 76 senatrici e senatori hanno sottoscritto una lettera al Presidente del Senato Ignazio La Russa per chiedere un suo intervento affinché, nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, ‘senatrice’ e non ‘senatore’. Non è una questione solamente formale, perché la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare gli stereotipi. Il rifiuto da parte di figure istituzionali, come i Presidenti di Commissione, di usare la desinenza femminile, specie se richiesto esplicitamente dall’interessata, risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, promotrice della lettera inviata al Presidente La Russa e firmata da tutto il gruppo di AVS, PD, M5S e singoli parlamentari di Italia Viva, Autonomie e Azione.

“Da oltre 10 anni, scrivono le senatrici e i senatori nella lettera, l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nella nostra società. L’utilizzo del linguaggio di genere risulta essere un alleato irrinunciabile nella battaglia per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche, concludono i firmatari e le firmatarie auspicando un intervento da parte del Presidente del Senato.”

Si allega il testo delle lettera

Roma, 15 dicembre 2023

On.le Sen. Ignazio La Russa

Presidente del

Senato della Repubblica

Signor Presidente,

Le scriviamo appellandoci alla Sua sensibilità affinché nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, “senatrice” e non “senatore”.

Lungi dall’essere una questione meramente formale, la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare le stereotipizzazioni. Il rifiuto di figure istituzionali quali i Presidenti di Commissione, ad usare la desinenza femminile – specie ove richiesto esplicitamente dall’interessata – risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.

Da oltre 10 anni l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nellanostra società: ciò che viene nominato, infatti, acquisisce maggiore consistenza, oltre che visibilità, mentre tutto quello che non viene appellato con precisione rimane, in qualche modo, meno visibile, se non altro perché non se ne può parlare.

L’utilizzo del linguaggio di genere risulta quindi essere un alleato irrinunciabile nella battaglia comune per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche.

Tutto ciò premesso, nell’auspicio di un Suo intervento in tal senso, voglia gradire i nostri saluti.

Aurora Floridia

Ilaria Cucchi

Alessandro Alfieri

Vincenza Aloisio

Lorenzo Basso

Alfredo Bazoli

Dolores Bevilacqua

Anna Bilotti

Francesco Boccia

Enrico Borghi

Susanna Camusso

Pier Ferdinando Casini

Maria Domenica Castellone

Francesco Castiello

Roberto Cataldi

Andrea Crisanti

Marco Croatti

Concetta Damante

Peppe De Cristofaro

Cecilia D’Elia

Graziano Del Rio

Raffaele De Rosa

Gabriella Di Girolamo

Michele Fina

Barbara Floridia

Silvio Franceschelli

Dario Franceschini

Annamaria Furlan

Francesco Giacobbe

Andrea Giorgis

Barbara Guidolin

Nicola Irto

Francesca La Marca

Ettore Antonio Licheri

Sabrina Licheri

Marco Lombardo

Ada Lopreiato

Pietro Lorefice

Beatrice Lorenzin

Alberto Losacco

Alessandra Maiorino

Simona Malpezzi

Tino Magni

Daniele Manca

Andrea Martella

Bruno Marton

Orfeo Mazzella

Marco Meloni

Franco Mirabelli

Antonio Misiani

Dafne Musolino

Gisella Naturale

Luigi Nave

Antonio Nicita

Dario Parrini

Pietro Patton

Stefano Patuanelli

Luca Pirondini

Elisa Pirro

Vincenza Rando

Tatjana Rojc

Anna Rossomando

Daniela Sbrollini

Ivan Scalfarotto

Roberto Maria Ferdinando Scarpinato

Filippo Sensi

Elena Sironi

Cristina Tajani

Antonio Trevisi

Mario Turco

Julia Unterberger

Valeria Valente

Francesco Verducci

Walter Verini

Ylenia Zambito

Sandra Zampa

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