All Posts Tagged: Gruppo Misto

MANOVRA – MAGNI (AVS): “EMENDAMENTO DELLE OPPOSIZIONI SULLA VIOLENZA SULLE DONNE, HA UN GRANDE VALORE POLITICO”

“La scelta fatta dalle opposizioni di far convergere le risorse su un unico tema per il cosiddetto ‘fondo parlamentare’ ha un grande valore politico, oltreché simbolico. Le opposizioni unite hanno deciso di fare una scelta politica anziché i propri interessi. E lo fanno su un tema che parla al Paese, la violenza contro le donne. Non micro norme, clientelari e localistiche. Un atto politico che contribuisce a migliorare l’immagine di una finanziaria sbiadita, una finanziaria che non ha coraggio, che non affronta i problemi principali del Paese e degli italiani. Dopo la battaglia comune sul salario minimo, dalle opposizioni un dato politico importante che mi auguro si possa replicare in futuro.”

Lo ha affermato il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni

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RAI – DE CRISTOFARO (AVS): “DA PETRACCA DUE PESI E DUE MISURE. SUBITO IN VIGILANZA”

“Il direttore di Rainews deve venire a spiegare in Vigilanza Rai. Ieri toglie la diretta alla segretaria del Pd e oggi manda il comizio della Meloni in diretta per oltre un ora. E per non irritare gli alleati anche le dirette di Salvini e Tajani. Due pesi e due misure inaccettabili per il servizio pubblico. Alla faccia dell’imparzialità. Aspettiamo anche un cenno dall’azienda.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato, componente della commissione di Vigilanza Rai.

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UNGHERIA – CUCCHI (AVS): “IL REGIME CARCERARIO UNGHERESE È INCOMPATIBILE I CON DIRITTI UMANI, ILARIA SI DIFENDA IN ITALIA”

“Il governo italiano si attivi per portare in Italia Ilaria Salis, arrestata a Budapest mentre protestava contro il Giorno dell’onore, un vero e proprio raduno neonazista che si tiene periodicamente a Budapest con il pretesto di celebrare e onorare la resistenza dei nazisti tedeschi e dei loro alleati ungheresi contro l’Armata rossa. Il Ministro degli Esteri Tajani attivi la nostra Ambasciata per garantire a Ilaria l’assistenza necessaria e la massima cura legale. Il processo inizierà a gennaio e la procura di Budapest propone un patteggiamento a undici anni sui sedici ipotizzati. Una sproporzione, da noi per lo stesso reato, aggressione aggravata, si arriva al massimo a quattro anni di reclusione. Il regime carcerario in Ungheria è incompatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti, per i quali è già stata condannata. È necessario che Ilaria Salis, che da quasi un anno vive in condizioni detentive inumane, possa affrontare la difesa in Italia, dove vigono tutele compatibili con gli standard europei e internazionali, e non a Budapest.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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MANOVRA – MAGNI (AVS): “IL MINISTRO GIORGETTI MAI IN COMMISSIONE”

“Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non è mai venuto in commissione Bilancio al Senato dove stiamo discutendo ormai da qualche giorno la manovra economica. Giorgetti non viene perché troppo impegnato a fare altro o non partecipa ai lavori della commissione per non mettere la faccia su una manovra iniqua e che fa cassa sulla pelle di lavoratori e pensionati? Quello che è certo è che il ministro non si vuole misurare con le proposte alternative presentate dalle opposizioni. La sua è un’assenza che pesa e non è proprio un bel segnale.”

 Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

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MANOVRA – MAGNI (AVS): “POSITIVA LA CONVERGENZA DELLE OPPOSIZIONI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE”

“È molto positiva la convergenza tra tutti i gruppi di opposizione di destinare 40 milioni per sostenere emendamenti comuni per il contrasto alla violenza sulle donne. I fondi saranno destinati ai centri anti violenza, al ‘reddito di libertà’ e ad iniziative di formazione. Una scelta importante ma, soprattutto un segnale al Paese. Non le mance della destra.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

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PENSIONI – MAGNI (AVS): “AL FIANCO DELLO SPI CGIL CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO”

“Siamo al fianco dello Spi Cgil che oggi a Roma sta manifestando contro le politiche economiche del governo Meloni, in particolare contro il pacchetto pensioni che di fatto peggiora la Legge Fornero. Il governo ha presentato una manovra che fa cassa sui pensionati e sui lavoratori, non aggredisce uno dei maggiori problemi dell’Italia, la diseguaglianza, anzi va a peggiorare la condizione materiale di chi già è in difficoltà con l’abolizione totale del reddito di cittadinanza. Una legge di bilancio contro le donne e i giovani. La destra ha a cuore solo i poteri forti, a cui non tocca nemmeno un euro degli extraprofitti che hanno fatto in questi anni, e lascia soli i lavoratori e i pensionati a combattere contro gli aumenti e il caro bollette. Una manovra debole con i forti e forte con i deboli che contiene tante mance e mancette, ma soprattutto il contrario delle promesse elettorali.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione dello Spi Cgil a Piazza Santi Apostoli a Roma.

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RAI – DE CRISTOFARO (AVS): “AD ATREJU VA IN SCENA TELEMELONI”

“La festa di Atreju in corso a Roma è la festa di TeleMeloni. Direttori di varie strutture e giornalisti Rai sono tra i moderatori dei vari dibattiti. Una manifestazione di partito trasformata nell’orgoglio della lottizzazione Rai. Chiaramente nessuno può obiettare o vietare a qualcuno di moderare dibattiti politici. Però va fatto mantenendo una forma, un contegno istituzionale e non da militanti di partito come ha fatto invece ieri il Direttore degli approfondimenti Rai Paolo Corsini. Il Direttore Generale della Rai Rossi, ospite nei prossimi giorni, e l’Amministratore Delegato Roberto Sergio prendano immediati provvedimenti. E Corsini, visti anche i pessimi ascolti, si scusi e si dimetta.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, componente della commissione di vigilanza Rai.

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DONNE – AURORA FLORIDIA (AVS): “76 SENATRICI E SENATORI SCRIVONO A LA RUSSA SULL’USO DEL LINGUAGGIO DI GENERE IN SENATO”

 

“Nel corso della seduta della Terza Commissione la Presidente Stefania Craxi mi ha ripetutamente chiamata ‘senatore’ e non ‘senatrice’, nonostante io abbia fatto chiaramente presente che in quanto donna volevo essere chiamata al femminile. Ciò non è accaduto solo a me, ma anche a molte altre colleghe, in varie occasioni. Visti i reiterati episodi di discriminazioni di genere nell’uso del linguaggio, 76 senatrici e senatori hanno sottoscritto una lettera al Presidente del Senato Ignazio La Russa per chiedere un suo intervento affinché, nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, ‘senatrice’ e non ‘senatore’. Non è una questione solamente formale, perché la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare gli stereotipi. Il rifiuto da parte di figure istituzionali, come i Presidenti di Commissione, di usare la desinenza femminile, specie se richiesto esplicitamente dall’interessata, risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, promotrice della lettera inviata al Presidente La Russa e firmata da tutto il gruppo di AVS, PD, M5S e singoli parlamentari di Italia Viva, Autonomie e Azione.

“Da oltre 10 anni, scrivono le senatrici e i senatori nella lettera, l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nella nostra società. L’utilizzo del linguaggio di genere risulta essere un alleato irrinunciabile nella battaglia per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche, concludono i firmatari e le firmatarie auspicando un intervento da parte del Presidente del Senato.”

Si allega il testo delle lettera

Roma, 15 dicembre 2023

On.le Sen. Ignazio La Russa

Presidente del

Senato della Repubblica

Signor Presidente,

Le scriviamo appellandoci alla Sua sensibilità affinché nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, “senatrice” e non “senatore”.

Lungi dall’essere una questione meramente formale, la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare le stereotipizzazioni. Il rifiuto di figure istituzionali quali i Presidenti di Commissione, ad usare la desinenza femminile – specie ove richiesto esplicitamente dall’interessata – risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.

Da oltre 10 anni l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nellanostra società: ciò che viene nominato, infatti, acquisisce maggiore consistenza, oltre che visibilità, mentre tutto quello che non viene appellato con precisione rimane, in qualche modo, meno visibile, se non altro perché non se ne può parlare.

L’utilizzo del linguaggio di genere risulta quindi essere un alleato irrinunciabile nella battaglia comune per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche.

Tutto ciò premesso, nell’auspicio di un Suo intervento in tal senso, voglia gradire i nostri saluti.

Aurora Floridia

Ilaria Cucchi

Alessandro Alfieri

Vincenza Aloisio

Lorenzo Basso

Alfredo Bazoli

Dolores Bevilacqua

Anna Bilotti

Francesco Boccia

Enrico Borghi

Susanna Camusso

Pier Ferdinando Casini

Maria Domenica Castellone

Francesco Castiello

Roberto Cataldi

Andrea Crisanti

Marco Croatti

Concetta Damante

Peppe De Cristofaro

Cecilia D’Elia

Graziano Del Rio

Raffaele De Rosa

Gabriella Di Girolamo

Michele Fina

Barbara Floridia

Silvio Franceschelli

Dario Franceschini

Annamaria Furlan

Francesco Giacobbe

Andrea Giorgis

Barbara Guidolin

Nicola Irto

Francesca La Marca

Ettore Antonio Licheri

Sabrina Licheri

Marco Lombardo

Ada Lopreiato

Pietro Lorefice

Beatrice Lorenzin

Alberto Losacco

Alessandra Maiorino

Simona Malpezzi

Tino Magni

Daniele Manca

Andrea Martella

Bruno Marton

Orfeo Mazzella

Marco Meloni

Franco Mirabelli

Antonio Misiani

Dafne Musolino

Gisella Naturale

Luigi Nave

Antonio Nicita

Dario Parrini

Pietro Patton

Stefano Patuanelli

Luca Pirondini

Elisa Pirro

Vincenza Rando

Tatjana Rojc

Anna Rossomando

Daniela Sbrollini

Ivan Scalfarotto

Roberto Maria Ferdinando Scarpinato

Filippo Sensi

Elena Sironi

Cristina Tajani

Antonio Trevisi

Mario Turco

Julia Unterberger

Valeria Valente

Francesco Verducci

Walter Verini

Ylenia Zambito

Sandra Zampa

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EDITORIA – DE CRISTOFARO (AVS): “BASTA SOLDI PUBBLICI A CHI LICENZIA, SOLIDARIETA’ AI GIORNALISTI E ALLE GIORNALISTE DELL’AGENZIA DIRE”

“Basta finanziamenti pubblici a chi licenzia. Il licenziamento collettivo nei confronti di giornaliste e giornalisti dell’agenzia di stampa Dire è ignobile, immotivato e ingiustificato. La colpa di questa situazione è solo ed esclusivamente dell’azienda. Dopo due anni di contratti di solidarietà, in cui giornaliste e giornalisti hanno sacrificato una parte del proprio stipendio per la salvaguardia del posto di lavoro, ora la doccia fredda dei licenziamenti. Siamo al fianco delle redattrici e dei redattori che, a ridosso delle feste natalizie, si trovano in questa difficile situazione. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare ma, soprattutto, non si capisce come un’agenzia che prende contributi pubblici scarichi sui lavoratori le proprie inadempienze. È necessario fare di tutto per salvaguardare l’occupazione di questi professionisti dell’informazione e rilanciare l’agenzia di stampa.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

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MIGRANTI – CUCCHI E MAGNI (AVS): “IL CPR DI VIA CORELLI VA CHIUSO”

“Il Centro per i Rimpatri di via Corelli a Milano va chiuso immediatamente. Le testimonianze degli operatori e dei migranti sono agghiaccianti. Quel centro è un lager, dove non sono stati rispettati gli standard minimi, dove non c’è stato nessun rispetto per le persone trattenute e per i diritti fondamentali dei migranti. Dalle testimonianze poi emerge un largo uso di psicofarmaci. La magistratura sta svolgendo il proprio lavoro ed è giusto il sequestro. La Prefettura ne prenda atto e lo chiuda immediatamente.”

Lo affermano Ilaria Cucchi e Tino Magni, senatori dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

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