
“Per la Ministra Casellati il Premierato proposto dalla destra è un intervento minimale che non intacca il ruolo del Parlamento e quello del Capo dello Stato. Per la Meloni invece è ‘la madre di tutte le riforme’ su cui far nascere la Terza Repubblica. Per La Russa la mediazione che ha portato al testo presentato è al ribasso e lui avrebbe preferito l’elezione diretta del Capo dello Stato. E infatti ieri ha detto che il Premierato ridimensiona i poteri del Presidente della Repubblica. Più chiaro di così non si può. Il Presidente del Senato ha detto la verità: il governo vuole azzerare i poteri del Presidente, cancellare il ruolo da arbitro. Una mina alle fondamenta della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza che la destra ha sempre vissuto come un’imposizione, un ostacolo invece di un patrimonio condiviso. L’orizzonte verso il quale muovono è quello di una democrazia autoritaria, populista. Uno di quei regimi autoritari senza contrappesi tanto cari ai sovranisti nostrani che non avrebbe eguali nel mondo. Un disegno molto pericoloso.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

“Il Governo Meloni sta propagandando il piano Mattei come strategico e finalizzato a prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari e assicurare all’Italia l’approvvigionamento energetico necessario. Grandi proclami e mirabolanti soluzioni, peccato però che nel testo non ve ne sia traccia. È infatti chiara solo l’intenzione dell’Esecutivo di continuare ad intendere la cooperazione con i paesi africani come una mera occasione di sfruttamento dei combustibili fossili, in un’ottica di neocolonialismo. La Presidente Meloni vuole trasformare l’Italia nel terminale di arrivo delle risorse sfruttate in Africa. Un vero disastro. Basta temporeggiare e frenare il processo di transizione energetica e di decarbonizzazione. Non c’è più tempo, si rischiano danni gravissimi alla salute, all’economia e alla vita dei cittadini di oggi e di domani. Alleanza Verdi e Sinistra vota No a questo provvedimento assurdo e fuori dal tempo.”
Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia.
“L’Esecutivo Meloni attua una precisa strategia con la sua politica inconsistente e pericolosa sul contrasto alla crisi climatica. Incoraggiare un processo di diversificazione dell’economia italiana attraverso nuovi investimenti nelle fonti fossili nei Paesi africani è un errore fatale che ci riporta ai tempi bui del colonialismo, e che non ci permette di stare al passo con i tempi. Disaccoppiare la crescita economica dalle emissioni di carbonio e dallo sfruttamento di risorse fossili è un imperativo, non più una scelta, prosegue Floridia. Il tanto propagandato progetto strategico di politica estera come il Piano Mattei, dovrebbe piuttosto avere l’obiettivo di garantire la stabilità del continente africano attraverso uno sviluppo economico sostenibile e di lungo periodo. Invece di alimentare la dipendenza dai combustibili fossili, il governo italiano dovrebbe supportare i governi dei paesi africani negli investimenti in efficienza energetica, in energie rinnovabili e in economia circolare. Questo Governo è più interessato allo sviluppo predatorio dell’estrazione delle risorse naturali che a mettere in atto un modello di sviluppo sostenibile, basato sulla crescita verde e un’economia a basse emissioni, decisamente lontano dai modelli di sfruttamento delle risorse naturali, che ancora oggi caratterizzano una parte consistente delle relazioni tra Africa e resto del mondo.”

“È molto positiva la convergenza tra tutti i gruppi di opposizione di destinare 40 milioni per sostenere emendamenti comuni per il contrasto alla violenza sulle donne. I fondi saranno destinati ai centri anti violenza, al ‘reddito di libertà’ e ad iniziative di formazione. Una scelta importante ma, soprattutto un segnale al Paese. Non le mance della destra.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

“Siamo al fianco dello Spi Cgil che oggi a Roma sta manifestando contro le politiche economiche del governo Meloni, in particolare contro il pacchetto pensioni che di fatto peggiora la Legge Fornero. Il governo ha presentato una manovra che fa cassa sui pensionati e sui lavoratori, non aggredisce uno dei maggiori problemi dell’Italia, la diseguaglianza, anzi va a peggiorare la condizione materiale di chi già è in difficoltà con l’abolizione totale del reddito di cittadinanza. Una legge di bilancio contro le donne e i giovani. La destra ha a cuore solo i poteri forti, a cui non tocca nemmeno un euro degli extraprofitti che hanno fatto in questi anni, e lascia soli i lavoratori e i pensionati a combattere contro gli aumenti e il caro bollette. Una manovra debole con i forti e forte con i deboli che contiene tante mance e mancette, ma soprattutto il contrario delle promesse elettorali.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione dello Spi Cgil a Piazza Santi Apostoli a Roma.

“Mentre discutiamo ci sono due tragedie in corso ai confini dell’Unione: la guerra a Gaza e in Ucraina. A Gaza la catastrofe umanitaria è ormai sotto gli occhi di tutti mentre in Ucraina la guerra non accenna a finire. La vittoria militare in Ucraina, colpevolmente perseguita anche dal governo italiano, si è dimostrata una nefasta chimera, e la guerra non potrà concludersi con un vincitore ed un vinto. Sul conflitto in MO l’Italia dovrebbe chiedere la fine dei bombardamenti, la fine delle violenze, il sostegno alla popolazione civile e il rilascio degli ostaggi e adoperarsi affinché le richieste delle organizzazioni internazionali a partire dall’Onu non rimangano lettera morta. Per provare ad uscire dalla crisi mediorientale il riconoscimento dello stato di Palestina è il primo urgentissimo e necessario passo. La soluzione due popoli due stati è l’unica soluzione praticabile da chi vuole la pace.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.
“Tra i danni provocati dalla guerra in Ucraina c’è anche il principale obiettivo strategico dell’UE: la riconversione ecologica. Una retromarcia in cui il governo italiano è in prima fila. Non passa giorno che il governo non smentisca gli obiettivi del green deal europeo. Bisogna invece fare il contrario, ponendo l’obiettivo del 2030 per l’uscita dalle fonti fossili come obiettivo prioritario, o aderendo all’alleanza dei paesi contro la concessione di nuove autorizzazioni all’estrazione dei combustibili fossili. Rivedere la decisione di trasformare l’Italia in un hub del gas con la rinuncia ad utilizzare il Piano Mattei per sfruttare le fonti fossili africane. Nonostante il mondo intero stia faticosamente comprendendo che la strada è obbligata il governo Meloni va dall’altra parte. L’aumento del bilancio europeo non deve finanziare la strategia fallimentare sull’immigrazione, l’aumento deve servire ad aiutare fasce di popolazione impoverite dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Questa esigenza invece non è tra le priorità. L’equilibrio non deve essere solo tra rigore ed investimenti trascurando la vita delle persone. È molto grave che si parli di flessibilità solo per le spese militari e si dia priorità assoluta all’aumento al 2% del PIL mentre si abbandona ogni sostegno alla popolazione: le spese militari vanno diminuite, non aumentate. Il patto di stabilità va modificato nell’approccio di fondo per mettere al primo posto le esigenze sociali e ambientali. Questo dovrebbe fare un governo che ha a cuore la condizione materiale di chi fatica sempre di più.”

“Gli emendamenti presentati dai relatori e dal governo alla manovra economica sono un’accozzaglia di norme che distribuiscono soldi ai partiti e ai ministri. Dopo giorni di attesa finalmente leggiamo gli emendamenti che stravolgono la legge di Bilancio presentata dalla Meloni e rimaniamo di stucco: soldi scippati dal Fondo di coesione per il Mezzogiorno usati per finanziare il Ponte sullo Stretto, assunzioni e promozioni nelle segreterie e negli uffici dei ministeri, 2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione del ministro Lollobrigida, contributi ad alcuni comuni per piccole opere, fondi per Sport e Salute, per il commissario della Roma Latina. E gli esempi potrebbero continuare. Nella maggioranza fanno come i ladri di Pisa, litigano di giorno e la notte si mettono d’accordo per dare mance e mancette in giro. Vere e proprie regalie che non hanno nulla a che vedere con i problemi degli italiani. Questa manovra è tutto, meno quello che serve all’Italia.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

“Un accordo che va finalmente nella giusta direzione e che dimostra senso di responsabilità da parte di ben 196 paesi, che sono riusciti con coraggio a trovare una sintesi per una giusta transizione ecologica. Per la prima volta nella storia, una Cop sul clima indica l’inizio dell’uscita da tutte le fonti fossili entro il 2030. Adesso è il momento di agire e di mettere a terra gli impegni presi, vincolandoli nelle politiche dei singoli governi. Dall’Esecutivo Meloni, che fino ad ora ha frenato le politiche green, ci aspettiamo un rapido cambio di passo e che colga il vento del cambiamento. Non si faccia più resistenza e si realizzino le enormi opportunità di sviluppo economico e lavorativo, finanziando le fonti rinnovabili, la ricerca per una giusta sostenibilità, e si esca da questa paralisi. È ora di accelerare l’utilizzo di tecnologie rinnovabili, disponibili e già mature e si smetta di giocare con improbabili soluzioni, che ad oggi sono ancora pura fantascienza.”
Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, che con una delegazione di deputati e senatori e del Consiglio d’Europa ha partecipato nei giorni scorsi alla 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Dubai.

“L’esito della Cop 28 rischia di diventare solo una irresponsabile operazione di greenwashing. Sintomatica è la proposta di utilizzare i sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica come escamotage per continuare a utilizzare le fonti fossili. In tutto questo dibattito, ciò che preoccupa è la posizione pilatesca del governo italiano. Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin non sta sostenendo la battaglia dell’Unione Europea per l’uscita, seppur graduale, da petrolio e gas. Dal ministro giungono sempre e solo parole vuote e di circostanza sulla necessità di una vera transizione ecologica. Anche perché il governo Meloni in Italia sta facendo tutt’altro. Continua a puntare sul gas con il Piano Mattei, non investe in modo deciso sulle energie rinnovabili e in Legge di Bilancio ha addirittura tagliato il fondo per il clima. Di questo passo, l’Italia resterà sempre più isolata in Europa e all’angolo sulla transizione ecologica.”
Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, componente della commissione Ambiente di Palazzo Madama.

“Mentre il governo cerca la quadra sulla Legge di Bilancio con ritardi inaccettabili e una confusione disarmante, gli italiani sono alle prese con l’aumento dei mutui. L’acquisto e il mantenimento di una casa sta diventando sempre più complicato a causa degli aumenti, non solo dei mutui, ma anche delle bollette e delle spese condominiali. Oggi una ricerca lancia la cifra ‘monstre’ di duecentomila italiani che non sono riusciti a pagare almeno una o più rate del mutuo a tasso variabile nel 2023. Gli italiani per fare fronte agli aumenti stanno mettendo mano ai loro conti correnti, infatti i depositi del settore privato sono diminuiti. Mutui più pesanti, conti correnti sempre più vuoti e stipendi bassi, un mix esplosivo, con un notevole impatto negativo sulle famiglie italiane e positivo sui maggiori guadagni delle banche. A cui non vengono neanche toccati gli extraprofitti. Tutto questo nella più completa indifferenza del governo, troppo impegnato ad assecondare gli interessi dei poteri forti e delle lobby che a risolvere i problemi degli italiani.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.