“Quelli appena trascorsi sono stati giorni pesanti, segnati da un gravissimo fatto di violenza, il 105mo femminicidio quest’anno, che ha travolto l’opinione pubblica e scatenato un dibattito dai toni anche molto accesi. Questa volta è successo qualcosa di diverso e non solo perché accaduto a ridosso di una ricorrenza importante come il 25 novembre. Questo femminicidio, più di altri, ci ha mostrato l’impellenza, l’assoluta necessità di intervenire sull’educazione sessuale e affettiva dei giovani. C’è un estremo bisogno di educazione al consenso, e alla gestione delle emozioni. Se davvero vogliamo cambiare il sistema culturale patriarcale, che rappresenta l’humus nel quale i femminicidi avvengono, dobbiamo assumerci la responsabilità di intervenire per contrastare le forme di violenza più lievi, quelle più diffuse e in grandissima parte sommerse, che non provocano la morte ma le impediscono di essere libera, di decidere per sé. Fornire un altro modo di guardare alle donne è il primo passo per eliminare gli stereotipi negativi.”
Lo afferma in Aula la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
“Per un vero cambiamento, dobbiamo intervenire non solo e non tanto approntando un sistema sanzionatorio adeguato, un processo veloce ed efficace ma, dobbiamo investire importanti risorse e introdurre l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, come insegnamento aggiuntivo e svolto da insegnanti che hanno le adeguate competenze specifiche. Dobbiamo rendere certi e puntuali i finanziamenti ai centri antiviolenza, semplificando l’iter di assegnazione delle risorse che sono ancora troppo diversi da regione a regione. I fondi sono pochi e vengono assegnati con ritardo. Se il sistema mediatico fornisce una rappresentazione basata solo sulla mercificazione del corpo femminile, la scuola ha il dovere di ristabilire un equilibrio dell’immagine della donna. Questo disegno di legge fornisce strumenti processuali utili, anche a parere degli operatori del processo, e noi ne diamo un giudizio complessivamente positivo. Infine un ringraziamento in particolare a Elena Cecchettin, che con le sue parole lucide e consapevoli, in questo suo forte momento di dolore, è stata fonte di ispirazione per tante e tanti di noi, raccontando con le parole giuste la violenza alle donne, senza mistificazioni o scuse.”