All Posts Tagged: Giorgia Meloni

DEF – MAGNI (AVS): “L’ITALIA HA BISOGNO DI UN GOVERNO CHE DECIDE, NON DI UNO CHE GALLEGGIA. UN GOVERNO CHE NON GUARDA AL FUTURO È CONTRO I GIOVANI”

“Il Documento di Finanza Pubblica del duo Meloni e Giorgetti è la fotografia esatta dell’Italia: un paese fermo e senza guida. In un contesto internazionale drammatico con due guerre in corso, la crisi economica che incombe e anche quella commerciale per i possibili dazi di Trump, che metterebbero in ginocchio il paese, il governo decide di non decidere. Il Dfp 2025 è poco coraggioso, un documento che non porta alla crescita economica del Paese e al benessere degli italiani. L’unica cosa certa è il dimezzamento della crescita economica per il 2025. Il governo Meloni è incapace di dare una prospettiva di futuro e di progresso all’Italia e agli italiani. Il Dfs non dice quali politiche economiche il governo intende adottare per proteggere famiglie, lavoratori e imprese, cosa intende fare per combattere la piaga del lavoro povero e per una piena occupazione. L’Italia ha bisogno di risposte, di politiche industriali e fiscali, di crescita economica. L’Italia ha bisogno di un governo che decide, non di un governo che galleggia.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

“Mentre il governo è fermo, i cittadini pagano bollette alle stelle per gli alti costi dell’energia e sono preoccupati per l’inflazione in salita che mina ulteriormente il loro potere d’acquisto. Gli italiani sono stati lasciati dal governo a combattere a mani nude la crisi, con salari da fame, pensioni bassissime e precarietà lavorativa, mentre le imprese sono preoccupate per il calo della produzione industriale per le mancate politiche economiche e industriali. La destra è senza una strategia per lo sviluppo del paese e senza i fondi del PNRR saremmo già in recessione. Migliaia di giovani ogni anno lasciano il nostro paese perché senza futuro, e un governo che non progetta il futuro è un governo contro i giovani Se il paese va in recessione rischiamo un gravissimo conflitto sociale e l’aumento delle diseguaglianze economiche e territoriali. La coperta è sempre corta per dare risposte ai cittadini, mentre per le armi i soldi si trovano sempre. Gli altri paesi si muovono per proteggere imprese e lavoratori, mentre la destra al governo no, preferisce lisciare il pelo a Trump comprando armi e gas liquido dagli Usa.”

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ITALIA E USA – DE CRISTOFARO (AVS): “TRUMP INCASSA GRATIS E MELONI TORNA A MANI VUOTE. IL PONTE DI MELONI CON GLI USA È COME QUELLO DI SALVINI SULLO STRETTO: LO PAGANO GLI ITALIANI”

 

“Il ponte che voleva costruire Meloni con Trump sembra quello di Salvini sullo Stretto di Messina: un progetto irrealizzabile. Al netto delle foto di rito e dei complimenti a profusione la sintonia ideologica tra i due è l’unico risultato del vertice bilaterale tra Giorgia Meloni e Donald Trump. La Meloni si iscrive a tutti gli effetti alla corrente trumpiana che lavora per indebolire e rompere l’unità europea. Per il resto un nulla di fatto. Meloni ha promesso l’aumento delle spese militari, l’acquisto del costosissimo gas liquido Usa e 10 miliardi di investimenti italiani, la risposta di Trump è stata confermare i dazi contro l’Europa. Nessuna apertura concreta sul fronte commerciale, solo promesse. Come quella di venire in Italia. Trump incassa gratis e Meloni torna a mani vuote, ma usa il viaggio per la sua propaganda. Nessuna parola sulla pace, su Gaza, sui rischi per il mondo del lavoro e delle imprese per i dazi, sul clima e la transizione: priorità assenti da un’agenda sempre più sbilanciata verso la destra internazionale. Mentre gli italiani sono alle prese con i bassi salari, la deindustrializzazione del paese, la ripresa dell’inflazione e i rischi dei dazi, Giorgia Meloni trova i soldi per le armi e non per la sanità e il lavoro. Il ponte di Meloni con gli Usa è come quello di Salvini sullo Stretto: lo pagano gli italiani.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

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DL SICUREZZA – DE CRISTOFARO (AVS): “SCIPPO AI DANNI DEL PARLAMENTO. GIOCHETTI PARLAMENTARI SOSPENDONO LA DEMOCRAZIA”

“Siamo alla sospensione della democrazia e ai giochetti parlamentari. Si è consumato un vero e proprio scippo ai danni del parlamento. La destra di governo è senza ritegno. La motivazione dei troppi emendamenti al dl Sicurezza non regge, sono il prezzo della democrazia. Non è accettabile che la maggioranza faccia finire su un binario morto il ddl Sicurezza, dopo l’approvazione della Camera dei deputati e mesi di discussione in commissione al Senato, e utilizzi uno strumento del tutto improprio come il decreto legge. Una fotocopia del precedente provvedimento. Ci troviamo di fronte a un fatto nuovo e clamoroso. Una materia di esclusiva pertinenza parlamentare a un certo punto del suo iter viene sottratta al parlamento e viene assunta da un’iniziativa del governo. La destra ha raggiunto l’apice di come non si dovrebbe governare un Paese. Un metodo autoritario che mortifica la democrazia e il parlamento. Continueremo nelle aule parlamentari e nelle piazze di tutto il paese a contrastare queste norme che reprimono il dissenso e chi difende il proprio posto di lavoro occupando una strada.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

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DAZI – DE CRISTOFARO (AVS): “DA TRUMP A TRATTARE PER UE O A BARATTARE ARMI E GAS PER L’ITALIA? RISCHIAMO L’INCUBO ECONOMICO MENTRE MELONI SOTTOVALUTA.”

“Giorgia Meloni va a Washington senza prima passare dal Parlamento. Va a trattare per l’Europa e l’Italia o a barattare qualche acquisto di armi e di gas liquido in più, in cambio di una soluzione e di qualche ammorbidimento dei dazi solo per l’Italia. Rischiamo la rottura politica dell’Unione, tanto cara a Trump e soci. Il rischio più concreto è invece che torni a mani vuote. La più patriota tra i patrioti non è in grado di fare gli interessi del paese ma solo quelli di pochi. Il nostro paese rischia l’incubo economico, mentre la Meloni sottovaluta l’impatto che i dazi hanno già avuto, e che avranno se confermati dopo lo stop, sulla nostra già fragile economia. Gli altri paesi si muovono per proteggere imprese e lavoratori, mentre la destra italiana spera nella benevolenza di Trump. Il sovranismo al governo fa acqua da tutte le parti.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

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INPS – MAGNI (AVS): “LA DESTRA FA I CONDONI, TANTO POI IL BUCO LO RIPAGANO I CONTRIBUENTI ONESTI”

“Il Governo fa i condoni per i furbetti e gli italiani onesti pagano. Gli stralci delle cartelle fatte dal governo dei condoni pesano sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici per oltre 15 miliardi. Solo lo stralcio dei crediti fino a mille euro della prima manovra del duo Giorgetti-Meloni costa quasi dieci miliardi, mentre per coprire le ricadute sull’Inps dello stralcio dei contributi fino al 2015 lo Stato dovrà coprire oltre 6 miliardi con la fiscalità generale. Una montagna di soldi.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

“Ormai abbiamo perso il conto di quanti condoni la destra ha messo in campo sino ad ora: dai contanti alle tasse concordate, dal salvacalcio allo stralcio delle cartelle, dagli scontrini agli scudi penali e il colpo di spugna sulle cartelle solo dopo cinque anni. La destra pensa solo a rottamazioni o al concordato fiscale e il governo Meloni non si è fatto scappare nulla e ha messo in campo tutta una serie di misure, sconti, rateizzazioni decennali, rottamazioni, ravvedimenti, conciliazioni e aiutini vari come la sanatoria sui contributi Inps-Inail a favore di imprenditori che non pagano le tasse, di lavoratori autonomi infedeli con il fisco, furbetti vari. L’approccio del governo Meloni è: se non hai pagato non ti preoccupare tanto non pagherai più, ci penserà lo Stato. Tutti questi condoni sono contro l’Italia e i contribuenti onesti che pagano regolarmente le imposte. Invece di promuovere l’equità fiscale, aumentare i salari e combattere le diseguaglianze, il governo Meloni premia l’elusione, tanto poi ci pensa lo Stato a ripianare il buco.”

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DAZI – DE CRISTOFARO (AVS): “LA SUBALTERNITÀ AL TRUMPISMO È UNA STRADA SBAGLIATA E PERICOLOSA”

“La Meloni va da Trump pronta a genuflettersi e a comprare armi e gas dagli Usa. Quella che ha preso i voti al grido di ‘prima l’Italia e gli italiani’, la maggiore interprete del nazionalismo italiano, ora è diventata la più trumpista dei trumpisti. Ieri era nazionalista e difendeva gli interessi nazionali, oggi è pro Trump e difende gli interessi di Trump e del sovranismo mondiale. Un danno per l’Italia e per l’Europa. Un errore che ci costerà caro, anzi carissimo. Pensare di fidarsi di un rapporto ‘amicale’ con uno come Trump, uno che trucca sempre le carte, o è da folli o da ingenui. Essere subalterni al trumpismo è una strada sbagliata e pericolosissima. L’Italia della Meloni rischia di diventare una colonia americana.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto.

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GIUSTIZIA – DE CRISTOFARO (AVS): “DOPO L’AUDIO MELONI FACCIA DIMETTERE DELMASTRO”

“La conversazione tra il sottosegretario Delmastro e il Foglio sulla riforma della giustizia, pubblicata questa mattina su Il Foglio e il cui audio è appena stato diffuso, dimostra un cortocircuito evidente in seno non solo al partito di Giorgia Meloni del quale Delmastro è responsabile giustizia, ma anche un vero e proprio scontro nel palazzo di via Arenula con il Ministro Nordio. Un’inversione a U rispetto alle dichiarazioni precedenti e addirittura una smentita postuma rispetto allo striscione che il suo partito, nella sua città Biella, aveva fatto affiggere sul balcone della propria sede la scorsa estate in sostegno alla riforma Nordio attribuendo proprio a Delmastro (Andrea) la paternità della stessa: “W LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Grazie Andrea!”. Proprio il guardasigilli era andato a Biella per sostenere la riforma (e la campagna elettorale di FdI) producendo anche un imbarazzante corto circuito con l’ordine degli avvocati della provincia laniera. I meloniani biellesi avevano invitato gli avvocati biellesi al convegno elettorale promettendo crediti formativi. Come Avs avevamo presentato un’immediata interrogazione parlamentare e, almeno i crediti, non furono elargiti. Furono elargite lodi sperticate alla riforma, invece, proprio dal sottosegretario Delmastro. A dieci mesi di distanza, forse complice la sentenza di primo grado che ha colpito il meloniano biellese, lo stesso sottosegretario smentisce se stesso sperando forse di ingraziarsi i giudici in appello. Delle due l’una: o Delmastro ha mandato un messaggio neanche troppo velato al suo ministro in accordo con la premier Meloni oppure, per l’ennesima volta, Delmastro danneggia il suo stesso governo. Da Cospito allo sparo di Capodanno, dal ‘non lasciare respirare i detenuti’ alla bocciatura della riforma della giustizia. Più che un sottosegretario della Repubblica Delmastro sembra un meme. Giorgia Meloni spezzi almeno questo anello del suo “cerchio tragico” e faccia dimettere il suo (ex) avvocato.”

Lo scrive sui social il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.
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GIUSTIZIA – DE CRISTOFARO (AVS): “DELMASTRO SFIDUCIA NORDIO, MAGGIORANZA IN PEZZI. DOPO LA POLITICA ESTERA ANCHE LA GIUSTIZIA”

“Nell’intervista di oggi il sottosegretario alla Giustizia Delmastro boccia quasi integralmente, salva solo il sorteggio per il Csm, la pessima riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio. Una vera e propria sfiducia di fatto a Nordio dell’uomo punta di FdI al Ministero della Giustizia. Quella sulla giustizia è l’ennesima divisione del centrodestra dopo quella clamorosa di ieri a Bruxelles sul riarmo europeo e il sostegno all’Ucraina dove il partito della Meloni ha votato sì alle armi e si è astenuto sull’Ucraina, Forza Italia ha dato un doppio sì mentre la Lega un doppio no. E poi dicono delle divisioni del campo progressista. Fratelli d’Italia scarica il Ministro Nordio, oppure Delmastro, visti i suoi guai giudiziari in corso, cerca di ingraziarsi i giudici?”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

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MANOVRA – DE CRISTOFARO (AVS): “ZAFFINI INVECE DI FARE APPELLO ALLE OPPOSIZIONI PER IL RILANCIO DEL SSN, FACCIA APPELLO ALLA MELONI. SONO STATI BOCCIATI TUTTI GLI EMENDAMENTI CHE AUMENTANO LE RISORSE PER LA SANITÀ. SONO TRE ANNI CHE GOVERNANO E GLI ITALIANI SI CURANO SEMPRE MENO”

 

“Oltre 4,5 milioni di italiani nel 2023 hanno rinunciato a visite mediche e prestazioni sanitarie per problemi economici, lunghe liste d’attesa e difficoltà a raggiungere i servizi, e il governo della destra che fa? Approva una manovra che non affronta minimamente il problema, anzi lo aggrava. Nella legge di Bilancio, infatti, non c’è niente di più del minimo necessario per la sanità e assolutamente niente per aumentare i bassi salari degli italiani. Il presidente Zaffini invece di fare appello alle opposizioni per il rilancio del SSN alzi il telefono e chiami Giorgia Meloni.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

“Durante gli anni del governo Meloni gli italiani che non si curano più sono passati dal 7 al 7,6% mentre i provvedimenti della destra sulle liste d’attesa spostano risorse verso il privato a scapito del servizio sanitario nazionale. In queste condizioni è veramente incredibile l’appello del presidente della commissione Sanità di palazzo Madama Zaffini sul rilancio del SSN. Potevano approvare gli emendamenti presentati da Avs e dalle altre opposizioni che andavano proprio nella direzione del rilancio di cui parla oggi l’esponente di FdI. Invece la manovra è stata approvata in fretta e senza poter discutere gli emendamenti e questo a Zaffini è andato bene. Noi siamo d’accordo a potenziare e rilanciare il servizio sanitario nazionale ma governa la destra. Zaffini si rivolga innanzitutto a Giorgia Meloni.”

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MANOVRA – MAGNI (AVS): “MANOVRA SENZA VISIONE, NON AIUTA IL PAESE A USCIRE DALLA CRISI”

“Oggi stiamo prendendo in giro gli italiani, stiamo prendendo in giro il Parlamento. In poco meno di due ore la commissione Bilancio ha liquidato la questione manovra di bilancio. Stiamo modificando la Costituzione, e non solo sulla legge di bilancio. Occorre discutere perché c’è un problema di democrazia e di partecipazione, del rispetto di uno dei due rami del Parlamento. È avvilente quanto successo oggi, anche perché un governo politico come quello Meloni avrebbe dovuto avere il coraggio di affrontare la seconda lettura. Ormai si decide da una parte e poi gli altri devono obbedire.”

Lo afferma in Aula a Palazzo Madama il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

“Nel merito questa manovra non aiuta il Paese, non ha nessuna visione, nessuna idea di politica industriale. Una manovra dettata dall’Europa, tanto odiata prima delle elezioni. Una manovra di austerità e non prudente come dice Giorgetti. Una manovra che non affronta le enormi diseguaglianze, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, e guai a parlare di patrimoniale. Una manovra il cui impegno maggiore è il taglio del cuneo fiscale, misura iniziata con il governo Draghi. Una manovra che non guarda al futuro, ma anche una manovra che non risponde alle crisi in corso: da 21 mesi siamo con il segno meno nella produzione industriale. Migliaia, decine di migliaia di lavoratori, rischiano di perdere il lavoro mentre il governo fa propaganda sull’aumento dell’occupazione. Che c’è, ma non sono aumentate le ore lavorate e soprattutto non sono aumentati i salari, il che vuol dire che è aumentata l’occupazione povera. Gli italiani hanno una perdita del potere d’acquisto continuo mentre in Europa aumenta. È necessaria una correzione perché la crisi delle grandi imprese, l’aumento del lavoro povero e i bassi salari compromettono la crescita e la competitività internazionale del nostro Paese. La legge di bilancio, che è il principale provvedimento di un esecutivo, dovrebbe fare questo, invece il governo si dimostra del tutto incapace di gestire una fase economica delicata come quella che stiamo vivendo.”

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