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EX ILVA – MAGNI (AVS): “IL GOVERNO OSTAGGIO DI ANCELORMITTAL, LO STATO RIPRENDA IL CONTROLLO. URSO VENGA IN SENATO A RIFERIRE SULLE ACCIAIERIE D’ITALIA”

“La situazione dell’ex Ilva è al collasso. Il governo è ostaggio di ArcelorMittal e continua a tergiversare. Mittal non ha nessuna intenzione di investire sull’ex Ilva, continua a gestire gli aiuti statali a proprio piacimento, tiene sotto scacco gli stabilimenti con il blocco della produzione e prende in giro lavoratori e sindacati. Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. La vicenda dell’Ilva è il simbolo del fallimento delle politiche industriali della Meloni. Lo Stato deve riprendere il controllo della produzione dell’acciaio con un intervento forte. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

“Fino ad ora dal governo Meloni solo impegni mancati, anzi con un tratto di penna è stato addirittura cancellato il miliardo previsto nel Pnrr che serviva per la decarbonizzazione. Una debacle per l’ambiente, per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo (Genova e Novi Ligure), l’indotto, il sistema manifatturiero italiano.  Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Ma soprattutto solo la presenza forte dello Stato può garantire il rilancio produttivo dell’acciaio e programmare una seria transizione ecologica e sociale.”

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EX-ILVA – MAGNI (AVS): “UN GOVERNO SENZA POLITICA INDUSTRIALE, URSO VENGA IN SENATO A RIFERIRE SULLE ACCIAIERIE D’ITALIA”

“Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. Se una realtà come l’ex Ilva rischia di chiudere perché sono finiti i soldi per pagare le forniture di gas, significa che la situazione è seria. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo, l’indotto, il sistema manifatturiero italiano. È essenziale capire se il Governo ha un’idea su come affrontare e risolvere in prospettiva questo problema del gas, cosa ha intenzione di fare per garantire la compatibilità ambientale con la produzione di acciaio a Taranto e la continuità dei progetti di decarbonizzazione. Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”

Lo afferma in Aula al Senato il senatore dell’Alleanza Tino Magni.

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LAVORO – MAGNI (AVS): “MIGLIAIA DI POSTI A RISCHIO. IL GOVERNO MELONI SENZA STRATEGIA”

“Se vuoi aumentare i posti di lavoro devi partire dal lavoro. Questa semplice e, direi banale, considerazione dovrebbe essere la stella polare per intervenire sul mondo del lavoro. Invece la destra al governo e di governo penalizza i lavoratori e le lavoratrici e li costringe ad una precarietà infinita. E la precarietà ha come effetto l’abbassamento delle regole con conseguente aumento della mortalità e degli incidenti sul lavoro. Il governo non sta mettendo neanche le risorse per rinnovare i contratti nazionali di lavoro. Il decreto del primo maggio è contro i lavoratori e le lavoratrici.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

“Presso il ministero sono attivi 34 tavoli di crisi di rilievo nazionale che riguardano settori importantissimi come la siderurgia, le automotive, il comparto dell’elettrodomestico, l’aerospazio e le telecomunicazioni. Acciaierie d’Italia o ex Ilva, Ansaldo Energia, Bosch, Industria Italiana Autobus, JSW di Piombino, Whirlpool, Italtel, Piaggio Aerospace solo per citare alcune vertenze importanti. Vertenze che vedono a rischio migliaia di posti di lavoro. I sindacati dei metalmeccanici hanno indetto quattro ore di sciopero per i prossimi 7 e 10 luglio per chiedere al governo Meloni risposte per impedire il declino industriale del nostro Paese. Un declino certificato dall’Istat pari al 7% della produzione industriale italiana. Un dato drammatico e inaccettabile. Il governo Meloni non ha una politica industriale né tantomeno una strategia per l’industria.”

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