“Nell’intervento della ministra Calderone ad essere del tutto sbagliato è l’approccio. Di fronte a un problema di queste dimensioni, che non cessa di essere emergenza giornaliera, la prima cosa da fare, la più importante, sarebbe stata quella di convocare tutte le parti in causa ad un tavolo per concordare come intervenire. Invece, il Governo e la ministra hanno scelto di fare al contrario: prima decidono e poi lo comunicano alle parti in causa. Un errore, che porta allo sciopero indetto da Cgil e Uil. La seconda cosa da fare, sarebbe stato accendere un faro sul tema dell’appalto e del subappalto. Gli incidenti plurimi, come dimostrano Brandizzo e Firenze, avvengono laddove il subappalto consente l’impoverimento dei diritti dei lavoratori. Il subappalto si porta dietro lavoro precario, discontinuo, povero. Come Alleanza Verdi e Sinistra, saremo sempre disponibili a collaborare per approvare misure realmente incisive, che possano portarci ad una vera inversione di tendenza. La domanda è se questo Governo voglia davvero intervenire con misure efficaci.”
Lo afferma in Aula a Palazzo Madama il sentore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, intervenendo nel corso dell’informativa della ministra del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Non sono più accettabili continue deroghe alla normativa prevista dal codice degli appalti, penso al PNRR, non si può consentire che i lavoratori assunti dalla società appaltatrice siano lavoratori di serie A e i lavoratori della società subappaltatrice siano invece lavoratori di serie B. Per assicurare a tutti di lavorare in sicurezza è necessaria un’azione collettiva sul territorio. In materia di sicurezza sul lavoro ci sono competenze della Asl, dell’Inail, dell’Inps, dell’Ispettorato del lavoro. Per governare questo processo è necessario il coinvolgimento di tutti. E di esempi positivi di governance in questi anni ci sono stati, dal protocollo zero morti per l’Expo di Milano, a quello appena sottoscritto per i lavori del Giubileo 2025 a Roma. Per cercare di fermare gli infortuni e gli incidenti mortali sul lavoro bisogna impedire gli appalti a cascata, o imporre le stesse garanzie per tutti. Imporre soprattutto, la responsabilità dei soggetti che stanno all’inizio della catena. Se invece l’orientamento è quello cui abbiamo assistito negli ultimi anni, di una progressiva deregolamentazione dei contratti di lavoro, di impoverimento dei diritti è chiaro che parole come prevenzione, formazione e cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro restino vuoti proclami. Parole al vento, buone per la propaganda.”