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POVERTA’ – DE CRISTOFARO (AVS): “1 SU 4 È A RISCHIO, MA LA DESTRA CANCELLA IL REDDITO DI CITTADINANZA”

“I dati dell’Istat sul rapporto dedicato alle condizioni di vita e reddito delle famiglie per gli anni 2021-2022 ci ricordano che la povertà nel nostro Paese non è minimamente sconfitta ma che, anzi, rimane stabile. 1 su 4 è a rischio povertà o esclusione sociale, aumenta il divario tra ricchi e poveri e tra nord e sud. Il governo Meloni invece di aggredire le diseguaglianze e la povertà cancella il reddito di cittadinanza, l’unico strumento che in questi anni ha impedito l’allargarsi della povertà nel nostro Paese. Siamo a rischio bomba sociale.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato.

“A luglio oltre 350 mila persone perderanno il reddito di cittadinanza, mentre altre 265 mila da gennaio, prosegue De Cristofaro. Nel 2023 e nel 2024 questi dati rischiano di peggiorare grazie alle misure contenute nel Dl Lavoro che aumentano la precarietà con il rinnovo dei contratti a termine senza causali entro i 12 mesi, o ai maggiori paletti per l’utilizzo della Carta di inclusione, lo strumento pensato per sostituire il Reddito di cittadinanza. La destra al governo invece di difendere il lavoro e i lavoratori pensa solo ad allargare le maglie della precarietà. La Meloni per cercare di mettere una pezza all’accusa di punire i più deboli, ha istituito la nuova carta alimentare, che già dal nome sembra la tessera annonaria istituita dal regime fascista, che però non sarà in grado di tamponare l’effetto del taglio del reddito.”

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DL LAVORO – MAGNI (AVS): “LA MAGGIORANZA PEGGIORA IL TESTO DEL GOVERNO”

“La destra al governo è sorda alle proposte di modifica al decreto lavoro soprattutto sui lavoratori fragili o sulle donne vittime di violenza. La maggioranza, se possibile, sta peggiorando il testo del governo. Maggiore precarietà con il rinnovo dei contratti a termine senza causali entro i 12 mesi, stop allo smart working per i genitori di under 14 o maggiori paletti per l’utilizzo della Carta di inclusione, lo strumento che sostituisce il Reddito di cittadinanza, sono solo alcuni esempi peggiorativi approvati in commissione in Senato. Invece di rendere il lavoro a termine più oneroso, limitare il lavoro occasionale, contrastare e ridurre le forme contrattuali atipiche, contrastare il dumping contrattuale e introdurre un salario minimo legale il governo e la maggioranza hanno ulteriormente liberalizzato il lavoro con il rischio, anzi direi quasi la certezza, di ampliare la fascia di lavoro povero e conseguentemente di lavoratori poveri. Come al solito invece di difendere il lavoro e i lavoratori il governo pensa solo ad allargare le maglie della precarietà. Noi siamo contro questo decreto perché pensiamo che al Paese serva un maggiore contrasto alla povertà, un salario minimo legale e misure per favorire il lavoro stabile e dignitoso. E lo faremo in Parlamento e nel Paese.”

Lo afferma il senatore Tino Magni dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

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