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CARCERI – CUCCHI (AVS): “DA ANTIGONE UNA FOTOGRAFIA SPIETATA DELLE CARCERI ITALIANE. NON SI DEVE TOCCARE IL REATO DI TORTURA”

“Anche quest’anno l’associazione Antigone, nel 19mo rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia, fa una fotografia spietata delle carceri italiane e delle disumane condizioni dei detenuti e delle detenute: sovraffollamento, spazi al limite della decenza, suicidi e autolesionismo, pochi agenti e operatori rispetto ai detenuti, formazione professionale quasi inesistente e zero lavoro. Un enorme lavoro fatto con competenza che spero il ministro Nordio valorizzi. Ma la cosa più preoccupante e inquietante è l’alto numero di violenze in carcere, sono 13 i procedimenti e i processi per presunte violenze e torture avvenute negli istituti di pena di Ivrea, Modena, Viterbo, Monza, Torino, San Gimignano, Santa Maria Capua a Vetere, Palermo, Nuoro, Bari e Salerno. Un giro d’Italia di violenze e torture. A fronte di queste violenze oggi il reato di tortura viene contestato dai partiti che sostengono il Governo Meloni, Fratelli d’Italia in testa, con proposte di abolizione o di modifica del reato. La destra lancia così un messaggio devastante sul piano culturale. I recenti fatti di Milano e Livorno, dove pubblici ufficiali hanno abusato della violenza, ci confermano che nessun passo indietro sul reato di tortura è possibile. In Parlamento contrasteremo con forza ogni ipotesi di modifica o abrogazione.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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CARCERI – ILARIA CUCCHI (AVS): “FARE CHIAREZZA SULL’ENNESIMA MORTE IN CARCERE”

“Sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte in carcere del sig. Osama Paolo Harfachi, trovato senza vita nel letto della sua cella nel Carcere di Foggia. In particolare è necessario sapere perché ancora oggi venga impedito ai familiari di vedere il corpo del proprio caro.”

Così la senatrice Ilaria Cucchi dell’Alleanza Verdi e Sinistra in un’interrogazione urgente ai Ministri della Giustizia e dell’Interno, Piantedosi e Nordio.

“Il fatto grave è che ad oggi i familiari non sono stati informati di nessuna autopsia e gli viene tuttora negata la possibilità di vedere la salma del proprio caro anche ai soli fini del riconoscimento, nonostante siano passati ben sei giorni dal rinvenimento del corpo nella cella del carcere. Mi auguro che i nuovi ministri del Governo Meloni facciano al più presto luce sull’ennesimo caso di morte sospetta in carcere.”

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