“Anche oggi nessuna proposta dal Governo sul futuro dell’ex Ilva, nessuna strategia industriale a salvaguardia del lavoro, della salute e dell’ambiente. Governano da un anno e mezzo ma non hanno nessuna idea su cosa fare. Non c’è un’idea. Urso ci ha fatto la cronistoria dell’ex Ilva, che purtroppo conosciamo bene, peccato che si è dimenticato di citare la gestione della famiglia Riva, che ha dimostrato l’incapacità del capitalismo italiano di gestire in modo corretto una grande azienda. La volontà di ArcelorMittal di non investire era evidente già da tempo, fino ad ora si è perso solo tempo. La situazione è grave e impone scelte che rispettino tre condizioni imprescindibili: mantenimento dei livelli occupazionali, bonifica ambientale, produzione sostenibile. Mettere in sicurezza i lavoratori, gli impianti e l’ambiente. Alleanza Verdi e Sinistra è al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, dei sindacati e dei cittadini di Taranto e degli altri siti e chiediamo che lo Stato intervenga per garantire il rilancio produttivo dell’acciaio e per programmare una seria transizione ecologica e sociale. Lo Stato deve riappropriarsi di questo bene generale, perché senza acciaio non c’è politica industriale.”
Lo afferma il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, sull’informativa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“Ancora una volta, prendiamo atto che nell’azione di governo non c’è un piano industriale, solo totale incertezza sul prossimo percorso dell’ex Ilva. Mantenere la produzione di acciaio primario nel processo di decarbonizzazione è una delle sfide che il cambiamento climatico ci impone. Serve una strategia industriale, che ad oggi è assente, e non possono essere sempre i lavoratori a pagare. Zero risorse, zero interventi concreti per un territorio già martoriato. Niente sul risanamento e sulla bonifica di Taranto, lavori ma muori per un ambiente malsano, una cosa inaccettabile. Niente sulla trasformazione sostenibile della produzione. I privati hanno preso senza investire, solo lo Stato può dare un futuro industriale, occupazionale e riqualificare l’ambiente dell’area tarantina. La vicenda dell’Ilva è la battaglia del futuro, la vera sfida di trasformazione del Paese verso politiche green. Se vogliamo un cambiamento sostenibile dobbiamo vincere la sfida di Taranto.”
“La vicenda dell’ex Ilva dimostra che il governo è senza una strategia industriale. È il simbolo del fallimento delle politiche industriali della Meloni e di Urso. Quello della destra è un governo forte con i deboli e debole con i forti, come dimostra il fallimento del tavolo di oggi con ArcelorMittal. Ora non si perda altro tempo. Il governo prenda finalmente l’iniziativa e vada avanti sul passaggio in maggioranza di Invitalia e punti ad un piano di rilancio industriale dei siti del gruppo fondato sulla decarbonizzazione degli impianti produttivi e su una vera transizione ecologica e sociale con una seria valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Il futuro dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, è sempre più incerto. La proprietà non intende assolutamente rispettare i patti sottoscritti, mentre il governo non sa che pesci prendere e temporeggia. Il governo ha deciso di non decidere, lasciando in sospeso il futuro di migliaia di famiglie dei lavoratori, anche dell’indotto. Lo spostamento del tavolo istituzionale a dopo le feste natalizie è una resa incondizionata del governo ad ArcelorMittal. Il governo è ostaggio delle decisioni dell’azienda. Tutto questo sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici e di Taranto. Alleanza Verdi e Sinistra è al fianco dei lavoratori e dei sindacati e chiede al Governo, ai ministri Urso e Fitto, di assumere una decisione e riprendere il controllo della produzione dell’acciaio. Perché solo una maggiore presenza dello Stato può garantire il rilancio produttivo e programmare una seria transizione ecologica e sociale.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“La situazione dell’ex Ilva è al collasso. Il governo è ostaggio di ArcelorMittal e continua a tergiversare. Mittal non ha nessuna intenzione di investire sull’ex Ilva, continua a gestire gli aiuti statali a proprio piacimento, tiene sotto scacco gli stabilimenti con il blocco della produzione e prende in giro lavoratori e sindacati. Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. La vicenda dell’Ilva è il simbolo del fallimento delle politiche industriali della Meloni. Lo Stato deve riprendere il controllo della produzione dell’acciaio con un intervento forte. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Fino ad ora dal governo Meloni solo impegni mancati, anzi con un tratto di penna è stato addirittura cancellato il miliardo previsto nel Pnrr che serviva per la decarbonizzazione. Una debacle per l’ambiente, per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo (Genova e Novi Ligure), l’indotto, il sistema manifatturiero italiano. Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Ma soprattutto solo la presenza forte dello Stato può garantire il rilancio produttivo dell’acciaio e programmare una seria transizione ecologica e sociale.”
“Il ministro Urso ha comunicato che il carrello tricolore come avevano chiamato il patto anti-inflazione non sarà rinnovato. E non lo sarà perché dice che ha funzionato. La realtà la conoscono bene gli italiani che del carrello tricolore anti-inflazione hanno visto solo i cartellini nei supermercati e non gli sconti, visto che i prodotti a prezzi ribassati nel trimestre anti-inflazione sono mediamente più alti rispetto alle promozioni effettuate dalle grandi catene di distribuzione. In realtà non verrà prorogato non perché ha funzionato, ma per il contrario. Il carrello tricolore è stato un vero e proprio fallimento.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.
“Raggiunto il picco a ottobre l’inflazione è iniziata a scendere, non per il carrello tricolore, ma per due fattori che con le politiche del governo c’entrano poco: il calo dei prezzi dell’energia e l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce. Anzi alcuni prodotti inseriti nel carrello tricolore continuano a salire, come i prodotti per l’infanzia. Il tanto propagandato trimestre anti-inflazione non ha generato sufficienti occasioni di risparmio e di questo gli italiani se ne sono accorti.”
“Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. Se una realtà come l’ex Ilva rischia di chiudere perché sono finiti i soldi per pagare le forniture di gas, significa che la situazione è seria. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo, l’indotto, il sistema manifatturiero italiano. È essenziale capire se il Governo ha un’idea su come affrontare e risolvere in prospettiva questo problema del gas, cosa ha intenzione di fare per garantire la compatibilità ambientale con la produzione di acciaio a Taranto e la continuità dei progetti di decarbonizzazione. Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”
Lo afferma in Aula al Senato il senatore dell’Alleanza Tino Magni.
“Il potere di acquisto delle famiglie diminuisce sempre di più per l’inflazione sui beni di prima necessità e per gli aumenti di benzina, luce e gas. Andando avanti di questo passo la situazione non potrà che peggiorare. L’inflazione è la tassa più iniqua che c’è perché colpisce in maniera più forte i poveri, i ceti popolari, i lavoratori poveri. Il carrello tricolore proposto dal governo si sta già rivelando un flop. Una misura per tutti, sia per i poveri che per i ricchi, inutile per entrambi ma che rischia di mettere in difficoltà i piccoli esercizi esclusi dal patto anti-inflazione di Meloni e Urso. Se non si inverte subito la rotta delle politiche economiche con interventi strutturali, come il taglio delle accise sui carburanti, la riduzione dell’Iva sul gas ma, soprattutto l’adeguamento di salari e pensioni all’inflazione, presto ci sarà uno tsunami. Un governo incapace di rispondere ai bisogni degli italiani deve andare a casa. Per questo sabato saremo al fianco della Cgil per restituire diritti e dignità al lavoro, per salari e pensioni giuste.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“La montagna ha partorito il topolino. Il carrello tricolore, tanto sbandierato dal governo come strumento per combattere l’inflazione, si sta dimostrando un flop. Solo il ministro delle imprese e del made in Italy Urso poteva pensare che bastasse un bollino tricolore per risolvere il problema dell’aumento dei prezzi al dettaglio. Il governo Meloni invece di combattere le cause dell’aumento dei prezzi affronta l’enorme problema dell’alta inflazione con un piccolo sconto sui prodotti di prima necessità, solo nei grandi supermercati e neanche su tutti. Sulla spesa totale di una famiglia, si tratta di una cifra irrisoria, una goccia nel mare degli aumenti. Visto poi che i carburanti sono alle stelle quello che risparmi con il carrello tricolore lo rispendi facendo carburante. Per combattere l’erosione del potere d’acquisto di salari e stipendi servono interventi urgenti e strutturali, come il taglio delle accise sui carburanti, prima causa dei folli aumenti sui prodotti alimentari. Ancora una volta, invece, il governo sceglie la strada più semplice, quella della propaganda, e a rimetterci sono come sempre gli utenti finali, i cittadini.”
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
“Il prezzo della benzina ormai viaggia sopra i 2 euro anche al self service. Ormai fare il pieno di benzina è diventato un salasso. Questo è il risultato delle politiche della Meloni e del Ministro Urso. Dall’opposizione gridavano contro lo scandalo delle accise, ma una volta al governo se ne sono dimenticati. Dopo un anno di governo gli italiani stanno peggio di prima. Gli aumenti, dai carburanti alle bollette, dai mutui agli affitti, dai generi alimentari ai libri di scuola, stanno impoverendo ulteriormente i cittadini. Il governo è incapace di costruire una strategia in grado di arginare la folle corsa dei prezzi. La destra di governo è un danno per il paese.”
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo misto di Palazzo Madama.