All Posts Tagged: Adolfo Urso

LAVORO – DE CRISTOFARO (AVS): “10 MILIONI SONO SENZA CONTRATTO. IL 2024 SIA L’ANNO DELL’AUMENTO DEI SALARI”

“Salari fermi da anni, contratti scaduti e non ancora rinnovati, produzione industriale con il meno davanti, oltre 180mila lavoratori e lavoratrici coinvolti in crisi aziendali: questi sono i numeri di un’Italia in crisi. Oltre 10 milioni di lavoratori e lavoratrici aspettano di vedersi rinnovato il contratto, sia nel settore pubblico che in quello privato. E rischiano di aspettare ancora, visto che il tempo medio tra scadenza e rinnovo è trentadue mesi, oltre due anni e mezzo. Siamo addirittura arrivati al rinnovo ‘ex post’. Una cosa mai vista che mette in difficoltà non solo i lavoratori, ma l’economia italiana. Il lavoro e la sua tutela non sono mai entrati nell’agenda della Meloni. Grande assente la Ministra del Lavoro Calderone che in questo anno e più di governo non si è mai vista e sentita, più attenta alle nomine che a difendere e promuovere il lavoro. Calderone si contende il titolo di peggior ministro con Urso, incapace di gestire il settore industriale in crisi. E intanto i lavoratori e le lavoratrici soffrono la crisi, gli aumenti dei beni di prima necessità e degli energetici. I contratti vanno rinnovati con aumenti che tengano conto dell’inflazione e della caduta verticale delle retribuzioni di questi anni. Anche Bankitalia dice che è necessario intervenire, perché salari più alti significa più consumi. La Meloni non può continuare a fare finta di nulla. Il 2024 deve essere l’anno in cui si aumentano i salari e le retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici italiane.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

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LAVORO – MAGNI (AVS): “AUMENTANO LE CRISI INDUSTRIALI, INTERROGAZIONE SU SIAE MICROELETTRONICA”

“Nel nostro Paese, dai dati forniti dalla Cgil, sono 183 mila lavoratori e lavoratrici coinvolti in crisi industriali che combattono ogni giorno per tenersi stretto il proprio lavoro. Crisi industriali, che stanno aumentando per colpa di un governo che non ha una politica industriale. Ex Ilva, Marelli, La Perla, Blutec, Natuzzi, CMC, Italtel, JSW Steel Italy Piombino, Wartsila Italia e Whirlpool sono solo alcune delle decine di aziende coinvolte in crisi aziendali su cui il ministero ha aperto un tavolo di confronto. Oltre alle grandi aziende, vivono un momento di difficoltà anche una miriade di medie aziende, tra cui la SIAE Microelettronica S.p.A. di Cologno monzese, multinazionale di proprietà italiana strategica a livello nazionale nel settore delle telecomunicazioni con 650 addetti. L’azienda da molti mesi si trova in situazione di crisi a causa della mancanza di liquidità, con ritardo di 4 mesi nel pagamento degli stipendi e due anni di ritardo dei contributi al fondo pensionistico ‘Cometa’. Sullo sfondo una pesante ristrutturazione, 140 esuberi, e forse la delocalizzazione della produzione fuori dal territorio nazionale. E’ necessario che il governo si attivi anche per le medie aziende in crisi a tutela dei lavoratori, del mantenimento della produzione in Italia attivando un tavolo presso la struttura per le crisi di impresa del Ministero delle imprese e del made in Italy.”

Lo scrive il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni nell’interrogazione ai Ministri Urso e Calderone sulla crisi della SIAE Microelettronica S.p.A. di Cologno monzese (Milano), sottoscritta anche dalla senatrice Sironi del Movimento 5 Stelle.

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SCUOLA – AURORA FLORIDIA (AVS): “CHE FINE FARANNO I LES? VALDITARA RISPONDA SUL LICEO ‘FATTO IN ITALIA'”

“Siamo curiosi di conoscere quante ragazze e ragazzi si iscriveranno al Liceo “Fatto in Italia”, il nuovo e confuso percorso liceale, fiore all’occhiello dei Ministri Valditara e Urso, visto che solo 92 scuole su una platea di 500 (in Veneto addirittura solo tre)  hanno aderito a questo imbarazzante progetto del governo Meloni. Evidentemente questo percorso di studi non piace al mondo della conoscenza e a nulla è servito
il trucchetto del rinvio della scadenza e le pressioni sui collegi docenti. Noi vogliamo risposte, il Ministro Valditara venga in Senato a dirci che fine faranno i Licei economici e sociali, quali saranno le ricadute sugli organici del personale docente, cosa si studierà nel triennio e soprattutto quali sono i testi su cui studieranno i ragazzi. Il resto è solo propaganda di un governo che vorrebbe una scuola sovranista assoggetta ai suoi desideri.”
 Lo ha dichiarato la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia.
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LICEO MADE IN ITALY – AURORA FLORIDIA (AVS): “UN GRAN PASTICCIO, SI VUOLE SOPPRIMERE IL LICEO ECONOMICO SOCIALE? INTERROGAZIONE A URSO E VALDITARA”

“Il Liceo Made in Italy si sta rivelando per quello che è, solo un gran pasticcio di norme opache e il mondo della scuola è ovviamente in subbuglio. Chiedo ai Ministri Urso e Valditara di chiarire se intendano garantire che l’indirizzo economico-sociale continui ad operare, senza la preoccupazione che venga invece gradualmente sostituito dal Liceo Made in Italy, tramite un semplice ma pericoloso e antidemocratico copia incolla. Nella norma non sono infatti previste nè risorse finanziarie, tantomeno l’ampliamento dell’organico docenti.”
Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, che ha presentato un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Nel provvedimento che istituisce il Liceo Made in Italy, si parla di “prosecuzione, ad esaurimento dell’opzione economico-sociale”. Di fatto non c’è chiarezza sulla coesistenza futura di due percorsi distinti e paralleli, suggerendone invece implicitamente la soppressione. Questa norma potrebbe comportare la graduale soppressione di più di 3.000 classi all’interno di 419 licei che hanno attivato l’opzione economico-sociale e che da oltre un decennio stanno lavorando con grande successo e popolarità in tutta Italia. I collegi docenti di tutta Italia, che in queste settimane si stanno riunendo per deliberare in merito all’istituzione del Liceo Made in Italy, chiedono garanzie certe rispetto al mantenimento dell’indirizzo economico-sociale. Altro che valorizzazione, promozione e tutela delle eccellenze italiane, nel governo Meloni regna sovrana solo la confusione.”
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EX ILVA – MAGNI (AVS): “NESSUNA STRATEGIA INDUSTRIALE, NESSUNA PROPOSTA PER IL FUTURO DELL’ILVA”

“Anche oggi nessuna proposta dal Governo sul futuro dell’ex Ilva, nessuna strategia industriale a salvaguardia del lavoro, della salute e dell’ambiente. Governano da un anno e mezzo ma non hanno nessuna idea su cosa fare. Non c’è un’idea. Urso ci ha fatto la cronistoria dell’ex Ilva, che purtroppo conosciamo bene, peccato che si è dimenticato di citare la gestione della famiglia Riva, che ha dimostrato l’incapacità del capitalismo italiano di gestire in modo corretto una grande azienda. La volontà di ArcelorMittal di non investire era evidente già da tempo, fino ad ora si è perso solo tempo. La situazione è grave e impone scelte che rispettino tre condizioni imprescindibili: mantenimento dei livelli occupazionali, bonifica ambientale, produzione sostenibile. Mettere in sicurezza i lavoratori, gli impianti e l’ambiente. Alleanza Verdi e Sinistra è al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, dei sindacati e dei cittadini di Taranto e degli altri siti e chiediamo che lo Stato intervenga per garantire il rilancio produttivo dell’acciaio e per programmare una seria transizione ecologica e sociale. Lo Stato deve riappropriarsi di questo bene generale, perché senza acciaio non c’è politica industriale.”

Lo afferma il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, sull’informativa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

“Ancora una volta, prendiamo atto che nell’azione di governo non c’è un piano industriale, solo totale incertezza sul prossimo percorso dell’ex Ilva. Mantenere la produzione di acciaio primario nel processo di decarbonizzazione è una delle sfide che il cambiamento climatico ci impone. Serve una strategia industriale, che ad oggi è assente, e non possono essere sempre i lavoratori a pagare. Zero risorse, zero interventi concreti per un territorio già martoriato. Niente sul risanamento e sulla bonifica di Taranto, lavori ma muori per un ambiente malsano, una cosa inaccettabile. Niente sulla trasformazione sostenibile della produzione. I privati hanno preso senza investire, solo lo Stato può dare un futuro industriale, occupazionale e riqualificare l’ambiente dell’area tarantina. La vicenda dell’Ilva è la battaglia del futuro, la vera sfida di trasformazione del Paese verso politiche green. Se vogliamo un cambiamento sostenibile dobbiamo vincere la sfida di Taranto.”

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EX ILVA – MAGNI (AVS): “IL GOVERNO È SENZA UNA POLITICA INDUSTRIALE”

“La vicenda dell’ex Ilva dimostra che il governo è senza una strategia industriale. È il simbolo del fallimento delle politiche industriali della Meloni e di Urso. Quello della destra è un governo forte con i deboli e debole con i forti, come dimostra il fallimento del tavolo di oggi con ArcelorMittal. Ora non si perda altro tempo. Il governo prenda finalmente l’iniziativa e vada avanti sul passaggio in maggioranza di Invitalia e punti ad un piano di rilancio industriale dei siti del gruppo fondato sulla decarbonizzazione degli impianti produttivi e su una vera transizione ecologica e sociale con una seria valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

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EX ILVA – MAGNI (AVS): “IL GOVERNO DECIDE DI NON DECIDERE. SIAMO AL FIANCO DI LAVORATORI E SINDACATI”

“Il futuro dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, è sempre più incerto. La proprietà non intende assolutamente rispettare i patti sottoscritti, mentre il governo non sa che pesci prendere e temporeggia. Il governo ha deciso di non decidere, lasciando in sospeso il futuro di migliaia di famiglie dei lavoratori, anche dell’indotto. Lo spostamento del tavolo istituzionale a dopo le feste natalizie è una resa incondizionata del governo ad ArcelorMittal. Il governo è ostaggio delle decisioni dell’azienda. Tutto questo sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici e di Taranto. Alleanza Verdi e Sinistra è al fianco dei lavoratori e dei sindacati e chiede al Governo, ai ministri Urso e Fitto, di assumere una decisione e riprendere il controllo della produzione dell’acciaio. Perché solo una maggiore presenza dello Stato può garantire il rilancio produttivo e programmare una seria transizione ecologica e sociale.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

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EX ILVA – MAGNI (AVS): “IL GOVERNO OSTAGGIO DI ANCELORMITTAL, LO STATO RIPRENDA IL CONTROLLO. URSO VENGA IN SENATO A RIFERIRE SULLE ACCIAIERIE D’ITALIA”

“La situazione dell’ex Ilva è al collasso. Il governo è ostaggio di ArcelorMittal e continua a tergiversare. Mittal non ha nessuna intenzione di investire sull’ex Ilva, continua a gestire gli aiuti statali a proprio piacimento, tiene sotto scacco gli stabilimenti con il blocco della produzione e prende in giro lavoratori e sindacati. Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. La vicenda dell’Ilva è il simbolo del fallimento delle politiche industriali della Meloni. Lo Stato deve riprendere il controllo della produzione dell’acciaio con un intervento forte. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.

“Fino ad ora dal governo Meloni solo impegni mancati, anzi con un tratto di penna è stato addirittura cancellato il miliardo previsto nel Pnrr che serviva per la decarbonizzazione. Una debacle per l’ambiente, per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo (Genova e Novi Ligure), l’indotto, il sistema manifatturiero italiano.  Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Ma soprattutto solo la presenza forte dello Stato può garantire il rilancio produttivo dell’acciaio e programmare una seria transizione ecologica e sociale.”

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INFLAZIONE – DE CRISTOFARO (AVS): “IL CARRELLO TRICOLORE È UN VERO FALLIMENTO”

“Il ministro Urso ha comunicato che il carrello tricolore come avevano chiamato il patto anti-inflazione non sarà rinnovato. E non lo sarà perché dice che ha funzionato. La realtà la conoscono bene gli italiani che del carrello tricolore anti-inflazione hanno visto solo i cartellini nei supermercati e non gli sconti, visto che i prodotti a prezzi ribassati nel trimestre anti-inflazione sono mediamente più alti rispetto alle promozioni effettuate dalle grandi catene di distribuzione. In realtà non verrà prorogato non perché ha funzionato, ma per il contrario. Il carrello tricolore è stato un vero e proprio fallimento.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

“Raggiunto il picco a ottobre l’inflazione è iniziata a scendere, non per il carrello tricolore, ma per due fattori che con le politiche del governo c’entrano poco: il calo dei prezzi dell’energia e l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce. Anzi alcuni prodotti inseriti nel carrello tricolore continuano a salire, come i prodotti per l’infanzia. Il tanto propagandato trimestre anti-inflazione non ha generato sufficienti occasioni di risparmio e di questo gli italiani se ne sono accorti.”

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EX-ILVA – MAGNI (AVS): “UN GOVERNO SENZA POLITICA INDUSTRIALE, URSO VENGA IN SENATO A RIFERIRE SULLE ACCIAIERIE D’ITALIA”

“Il governo Meloni e il ministro Urso non hanno una politica industriale. Se una realtà come l’ex Ilva rischia di chiudere perché sono finiti i soldi per pagare le forniture di gas, significa che la situazione è seria. Se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la continuità produttiva si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, gli altri siti del gruppo, l’indotto, il sistema manifatturiero italiano. È essenziale capire se il Governo ha un’idea su come affrontare e risolvere in prospettiva questo problema del gas, cosa ha intenzione di fare per garantire la compatibilità ambientale con la produzione di acciaio a Taranto e la continuità dei progetti di decarbonizzazione. Le lavoratrici e i lavoratori, che vivono nell’incertezza del proprio futuro, e la città di Taranto hanno bisogno di risposte urgenti. Il ministro Urso venga in Senato a riferire urgentemente.”

Lo afferma in Aula al Senato il senatore dell’Alleanza Tino Magni.

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