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MANOVRA – MAGNI (AVS): “IL MINISTRO GIORGETTI MAI IN COMMISSIONE”

“Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non è mai venuto in commissione Bilancio al Senato dove stiamo discutendo ormai da qualche giorno la manovra economica. Giorgetti non viene perché troppo impegnato a fare altro o non partecipa ai lavori della commissione per non mettere la faccia su una manovra iniqua e che fa cassa sulla pelle di lavoratori e pensionati? Quello che è certo è che il ministro non si vuole misurare con le proposte alternative presentate dalle opposizioni. La sua è un’assenza che pesa e non è proprio un bel segnale.”

 Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

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MANOVRA – MAGNI (AVS): “POSITIVA LA CONVERGENZA DELLE OPPOSIZIONI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE”

“È molto positiva la convergenza tra tutti i gruppi di opposizione di destinare 40 milioni per sostenere emendamenti comuni per il contrasto alla violenza sulle donne. I fondi saranno destinati ai centri anti violenza, al ‘reddito di libertà’ e ad iniziative di formazione. Una scelta importante ma, soprattutto un segnale al Paese. Non le mance della destra.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio.

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PENSIONI – MAGNI (AVS): “AL FIANCO DELLO SPI CGIL CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO”

“Siamo al fianco dello Spi Cgil che oggi a Roma sta manifestando contro le politiche economiche del governo Meloni, in particolare contro il pacchetto pensioni che di fatto peggiora la Legge Fornero. Il governo ha presentato una manovra che fa cassa sui pensionati e sui lavoratori, non aggredisce uno dei maggiori problemi dell’Italia, la diseguaglianza, anzi va a peggiorare la condizione materiale di chi già è in difficoltà con l’abolizione totale del reddito di cittadinanza. Una legge di bilancio contro le donne e i giovani. La destra ha a cuore solo i poteri forti, a cui non tocca nemmeno un euro degli extraprofitti che hanno fatto in questi anni, e lascia soli i lavoratori e i pensionati a combattere contro gli aumenti e il caro bollette. Una manovra debole con i forti e forte con i deboli che contiene tante mance e mancette, ma soprattutto il contrario delle promesse elettorali.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione dello Spi Cgil a Piazza Santi Apostoli a Roma.

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RAI – DE CRISTOFARO (AVS): “AD ATREJU VA IN SCENA TELEMELONI”

“La festa di Atreju in corso a Roma è la festa di TeleMeloni. Direttori di varie strutture e giornalisti Rai sono tra i moderatori dei vari dibattiti. Una manifestazione di partito trasformata nell’orgoglio della lottizzazione Rai. Chiaramente nessuno può obiettare o vietare a qualcuno di moderare dibattiti politici. Però va fatto mantenendo una forma, un contegno istituzionale e non da militanti di partito come ha fatto invece ieri il Direttore degli approfondimenti Rai Paolo Corsini. Il Direttore Generale della Rai Rossi, ospite nei prossimi giorni, e l’Amministratore Delegato Roberto Sergio prendano immediati provvedimenti. E Corsini, visti anche i pessimi ascolti, si scusi e si dimetta.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, componente della commissione di vigilanza Rai.

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DONNE – AURORA FLORIDIA (AVS): “76 SENATRICI E SENATORI SCRIVONO A LA RUSSA SULL’USO DEL LINGUAGGIO DI GENERE IN SENATO”

 

“Nel corso della seduta della Terza Commissione la Presidente Stefania Craxi mi ha ripetutamente chiamata ‘senatore’ e non ‘senatrice’, nonostante io abbia fatto chiaramente presente che in quanto donna volevo essere chiamata al femminile. Ciò non è accaduto solo a me, ma anche a molte altre colleghe, in varie occasioni. Visti i reiterati episodi di discriminazioni di genere nell’uso del linguaggio, 76 senatrici e senatori hanno sottoscritto una lettera al Presidente del Senato Ignazio La Russa per chiedere un suo intervento affinché, nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, ‘senatrice’ e non ‘senatore’. Non è una questione solamente formale, perché la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare gli stereotipi. Il rifiuto da parte di figure istituzionali, come i Presidenti di Commissione, di usare la desinenza femminile, specie se richiesto esplicitamente dall’interessata, risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.”

Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia, promotrice della lettera inviata al Presidente La Russa e firmata da tutto il gruppo di AVS, PD, M5S e singoli parlamentari di Italia Viva, Autonomie e Azione.

“Da oltre 10 anni, scrivono le senatrici e i senatori nella lettera, l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nella nostra società. L’utilizzo del linguaggio di genere risulta essere un alleato irrinunciabile nella battaglia per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche, concludono i firmatari e le firmatarie auspicando un intervento da parte del Presidente del Senato.”

Si allega il testo delle lettera

Roma, 15 dicembre 2023

On.le Sen. Ignazio La Russa

Presidente del

Senato della Repubblica

Signor Presidente,

Le scriviamo appellandoci alla Sua sensibilità affinché nell’ambito dei lavori in Aula e nelle Commissioni, venga sempre garantito il rispetto del linguaggio di genere e più nello specifico, venga riconosciuto il diritto di ogni senatrice ad essere chiamata, per l’appunto, “senatrice” e non “senatore”.

Lungi dall’essere una questione meramente formale, la lingua che usiamo veicola non solo significati ma anche valori e giudizi culturali che spesso possono rafforzare le stereotipizzazioni. Il rifiuto di figure istituzionali quali i Presidenti di Commissione, ad usare la desinenza femminile – specie ove richiesto esplicitamente dall’interessata – risulta essere, oltre che sgradevole, del tutto fuori dal tempo.

Da oltre 10 anni l’Accademia della Crusca ribadisce l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.). La decisione o il rifiuto di usare i nomina agentis declinati al femminile rappresenta una scelta individuale che ha delle ricadute potenzialmente non indifferenti sulla progressione dell’emancipazione femminile nellanostra società: ciò che viene nominato, infatti, acquisisce maggiore consistenza, oltre che visibilità, mentre tutto quello che non viene appellato con precisione rimane, in qualche modo, meno visibile, se non altro perché non se ne può parlare.

L’utilizzo del linguaggio di genere risulta quindi essere un alleato irrinunciabile nella battaglia comune per l’eliminazione della violenza contro le donne e sarebbe un vero peccato se il Senato della Repubblica rimanesse arretrato in posizioni del tutto anacronistiche.

Tutto ciò premesso, nell’auspicio di un Suo intervento in tal senso, voglia gradire i nostri saluti.

Aurora Floridia

Ilaria Cucchi

Alessandro Alfieri

Vincenza Aloisio

Lorenzo Basso

Alfredo Bazoli

Dolores Bevilacqua

Anna Bilotti

Francesco Boccia

Enrico Borghi

Susanna Camusso

Pier Ferdinando Casini

Maria Domenica Castellone

Francesco Castiello

Roberto Cataldi

Andrea Crisanti

Marco Croatti

Concetta Damante

Peppe De Cristofaro

Cecilia D’Elia

Graziano Del Rio

Raffaele De Rosa

Gabriella Di Girolamo

Michele Fina

Barbara Floridia

Silvio Franceschelli

Dario Franceschini

Annamaria Furlan

Francesco Giacobbe

Andrea Giorgis

Barbara Guidolin

Nicola Irto

Francesca La Marca

Ettore Antonio Licheri

Sabrina Licheri

Marco Lombardo

Ada Lopreiato

Pietro Lorefice

Beatrice Lorenzin

Alberto Losacco

Alessandra Maiorino

Simona Malpezzi

Tino Magni

Daniele Manca

Andrea Martella

Bruno Marton

Orfeo Mazzella

Marco Meloni

Franco Mirabelli

Antonio Misiani

Dafne Musolino

Gisella Naturale

Luigi Nave

Antonio Nicita

Dario Parrini

Pietro Patton

Stefano Patuanelli

Luca Pirondini

Elisa Pirro

Vincenza Rando

Tatjana Rojc

Anna Rossomando

Daniela Sbrollini

Ivan Scalfarotto

Roberto Maria Ferdinando Scarpinato

Filippo Sensi

Elena Sironi

Cristina Tajani

Antonio Trevisi

Mario Turco

Julia Unterberger

Valeria Valente

Francesco Verducci

Walter Verini

Ylenia Zambito

Sandra Zampa

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EDITORIA – DE CRISTOFARO (AVS): “BASTA SOLDI PUBBLICI A CHI LICENZIA, SOLIDARIETA’ AI GIORNALISTI E ALLE GIORNALISTE DELL’AGENZIA DIRE”

“Basta finanziamenti pubblici a chi licenzia. Il licenziamento collettivo nei confronti di giornaliste e giornalisti dell’agenzia di stampa Dire è ignobile, immotivato e ingiustificato. La colpa di questa situazione è solo ed esclusivamente dell’azienda. Dopo due anni di contratti di solidarietà, in cui giornaliste e giornalisti hanno sacrificato una parte del proprio stipendio per la salvaguardia del posto di lavoro, ora la doccia fredda dei licenziamenti. Siamo al fianco delle redattrici e dei redattori che, a ridosso delle feste natalizie, si trovano in questa difficile situazione. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare ma, soprattutto, non si capisce come un’agenzia che prende contributi pubblici scarichi sui lavoratori le proprie inadempienze. È necessario fare di tutto per salvaguardare l’occupazione di questi professionisti dell’informazione e rilanciare l’agenzia di stampa.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

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MIGRANTI – CUCCHI E MAGNI (AVS): “IL CPR DI VIA CORELLI VA CHIUSO”

“Il Centro per i Rimpatri di via Corelli a Milano va chiuso immediatamente. Le testimonianze degli operatori e dei migranti sono agghiaccianti. Quel centro è un lager, dove non sono stati rispettati gli standard minimi, dove non c’è stato nessun rispetto per le persone trattenute e per i diritti fondamentali dei migranti. Dalle testimonianze poi emerge un largo uso di psicofarmaci. La magistratura sta svolgendo il proprio lavoro ed è giusto il sequestro. La Prefettura ne prenda atto e lo chiuda immediatamente.”

Lo affermano Ilaria Cucchi e Tino Magni, senatori dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

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PASOLINI – CUCCHI (AVS): “DDL PER ISTITUIRE COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA MORTE”

“A quasi mezzo secolo dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo, non sono ancora state accertate le effettive responsabilità di chi ha commesso tale efferato crimine. La Procura della Repubblica di Roma ha recentemente rigettato la nuova istanza di riapertura delle indagini sul caso della sua morte. Una sconfitta per lo Stato. Per questo, insieme ai colleghi dei gruppi di opposizione, abbiamo presentato un disegno di legge volto a istituire una Commissione d’inchiesta parlamentare monocamerale, affinché sia fatta chiarezza su un omicidio controverso e si possa finalmente consegnare la verità storica ad un grande intellettuale del Novecento.”

Lo afferma la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, prima firmataria del disegno di legge, che recentemente, in una conferenza stampa in Senato, ha denunciato, insieme all’avvocato Stefano Maccioni, al regista David Grieco, che di Pasolini fu assistente, e allo sceneggiatore Giovanni Giovannetti, il rigetto da parte della Procura della repubblica di Roma dell’istanza per la riapertura delle indagini.

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UE – DE CRISTOFARO (AVS): “IL GOVERNO CONTRO LE POLITICHE GREEN E LE ESIGENZE DEGLI ITALIANI”

“Mentre discutiamo ci sono due tragedie in corso ai confini dell’Unione: la guerra a Gaza e in Ucraina. A Gaza la catastrofe umanitaria è ormai sotto gli occhi di tutti mentre in Ucraina la guerra non accenna a finire. La vittoria militare in Ucraina, colpevolmente perseguita anche dal governo italiano, si è dimostrata una nefasta chimera, e la guerra non potrà concludersi con un vincitore ed un vinto. Sul conflitto in MO l’Italia dovrebbe chiedere la fine dei bombardamenti, la fine delle violenze, il sostegno alla popolazione civile e il rilascio degli ostaggi e adoperarsi affinché le richieste delle organizzazioni internazionali a partire dall’Onu non rimangano lettera morta. Per provare ad uscire dalla crisi mediorientale il riconoscimento dello stato di Palestina è il primo urgentissimo e necessario passo. La soluzione due popoli due stati è l’unica soluzione praticabile da chi vuole la pace.”

Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.

“Tra i danni provocati dalla guerra in Ucraina c’è anche il principale obiettivo strategico dell’UE: la riconversione ecologica. Una retromarcia in cui il governo italiano è in prima fila. Non passa giorno che il governo non smentisca gli obiettivi del green deal europeo. Bisogna invece fare il contrario, ponendo l’obiettivo del 2030 per l’uscita dalle fonti fossili come obiettivo prioritario, o aderendo all’alleanza dei paesi contro la concessione di nuove autorizzazioni all’estrazione dei combustibili fossili. Rivedere la decisione di trasformare l’Italia in un hub del gas con la rinuncia ad utilizzare il Piano Mattei per sfruttare le fonti fossili africane. Nonostante il mondo intero stia faticosamente comprendendo che la strada è obbligata il governo Meloni va dall’altra parte. L’aumento del bilancio europeo non deve finanziare la strategia fallimentare sull’immigrazione, l’aumento deve servire ad aiutare fasce di popolazione impoverite dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Questa esigenza invece non è tra le priorità. L’equilibrio non deve essere solo tra rigore ed investimenti trascurando la vita delle persone. È molto grave che si parli di flessibilità solo per le spese militari e si dia priorità assoluta all’aumento al 2% del PIL mentre si abbandona ogni sostegno alla popolazione: le spese militari vanno diminuite, non aumentate. Il patto di stabilità va modificato nell’approccio di fondo per mettere al primo posto le esigenze sociali e ambientali. Questo dovrebbe fare un governo che ha a cuore la condizione materiale di chi fatica sempre di più.”

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MANOVRA – MAGNI (AVS): “REGALIE A PARTITI E MINISTRI”

“Gli emendamenti presentati dai relatori e dal governo alla manovra economica sono un’accozzaglia di norme che distribuiscono soldi ai partiti e ai ministri. Dopo giorni di attesa finalmente leggiamo gli emendamenti che stravolgono la legge di Bilancio presentata dalla Meloni e rimaniamo di stucco: soldi scippati dal Fondo di coesione per il Mezzogiorno usati per finanziare il Ponte sullo Stretto, assunzioni e promozioni nelle segreterie e negli uffici dei ministeri, 2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione del ministro Lollobrigida, contributi ad alcuni comuni per piccole opere, fondi per Sport e Salute, per il commissario della Roma Latina. E gli esempi potrebbero continuare. Nella maggioranza fanno come i ladri di Pisa, litigano di giorno e la notte si mettono d’accordo per dare mance e mancette in giro. Vere e proprie regalie che non hanno nulla a che vedere con i problemi degli italiani. Questa manovra è tutto, meno quello che serve all’Italia.”

Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

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